Giuliano Gallini – Il confine di Giulia

by Gianluigi Bodi
Il confine di Giulia, Giuliano Gallini

Il confine di Giulia

 

Viene avanti a braccia conserte, stringendosi alla giacca, mentre il freddo e il vento gli arrossiscono le guance. E io ho freddo per lui, ho freddo per Ignazio Silone. Accendo il caminetto, mi siedo sul divano. Qualcuno da fuori urla qualche parola che non comprendo. Mi sembra di sentire parlare di comunismo e mi chiedo cosa ci faccia Giulia, una ragazza così a modo e per giunta incinta con un tipo come quello.
Dove diavolo si saranno incontrati, mi chiedo e perché quella ragazzina ha bisogno di raccontarmi la loro storia? Si siede accanto a me. Lei mi parla dei due come se la loro esistenza implicasse la sua. Beviamo una cioccolata assieme e mi parla di Jung, fa nomi di persone e di luoghi. Nomi che ho già sentito da qualche altra parte. E mentre parla la guardo, mi sembra dimostrare più anni di quelli che ha. E’ matura.
Giulia e Silone. Non sembrano andare totalmente d’accordo. Lui è perso nei suoi ideali, sta un po’ con Togliatti e poi gli sta un po’ contro. Sta con il comunismo e poi ci va a sbattere contro. Collabora con i fascisti e vive nel pentimento. E’ cristiano e crede che Cristo non sia morto sulla croce, ma sia ancora lì appeso a soffrire. Lei mi sembra così dolce, meno irrequieta, meno ruvida. Si vede che alle spalle ha avuto una vita diversa. Anche se le sue poesie non le capisco, ma io, è risaputo, le poesie non le capisco mai. Giulia che sembra essere un fiore in balia del vento, proprio così, mi dice proprio “fiore” e io me la immagino mentre il padre decide della gravidenza, mentre decide della scuola e delle ricerche su Marinetti. Giulia che viene confinata in un mondo che le dovrebbe servire da riparo e forse le fa da prigione.

Nel frattempo il fuoco si è spento. Poco male, i due sono seduti ad un tavolo di un albergo e lì fa caldo. Li vedo da lontano mentre chiacchierano, mentre la ragazzina cresce e continua a parlarmi di loro. Mi chiede: li vedi i sentimenti che crescono? Mi pare, dico io, mi pare di sì.

Mi sono svegliato di soprassalto questa notte. E’ stata colpa di un incubo. L’ho raccontato alla ragazzina, perché so che tiene molto a Giulia. Non so se la reputi una sorella maggiore o un’icona di ciò che vorrebbe diventare. In ogni caso nell’incubo c’erano Ignazio e Giulia seduti su una panchina. Il sole splendeva. Da vicino la scena era idilliaca. Appena si allargava lo sguardo si notava qualcosa pendere sulle loro teste. Un peso, forse. Qualcosa di informe e appeso ad un filo sottile pronto a spezzarsi per schiacciarli. Ho pensato che fosse il fascismo, ho pensato che il destino fosse più crudele di quanto io e la ragazzina potessimo immaginare. Mi sono riaddormentato.

Il tempo passa. La ragazzina è diventata una donna e mi sembra che abbia voglia di raccontare anche la sua storia, mi sembra essere una fantasiosa testimone delle storia di Giulia e Ignazio non sia più abbastanza. Mi parla di diari, di libri di narrativa, di ricostruire la storia, non semplicemente la storia di Ignazio e Giulia, la Storia con la S maiuscola. Quella del partito comunista e del fascismo, delle espulsioni, della polizia segreta fascista. E’ abile a raccontare. Entra ed esce dalla storia. E’ una voce distante, un’osservatrice silenziosa, ma all’improvviso mi batte forte sulla spalle e chiede di essere ascoltatate perché anche lei ha delle cose da dire, anche lei ha delle macchie indelebili.

Io e suo padre andremmo d’accordo, le dico. Sai, la vediamo allo stesso modo sulla impossibilità di porre fine alla crisi, qualsiasi crisi. La vediamo uguale anche sull’Italia.

La ragazzina è diventata una donna e il tempo ha disegnato dei solchi sul suo viso. Si alza e mi volta le spalle. Io però riesco a vedere le sue lacrime e capisco tutto. Capisco che la storia che mi sta raccontanto non può avere un lieto fine. Che è Giulia la vera vittima, che Silone è un ipocondriaco, uno a cui piace sguazzare nella propria malinconia. Giulia è diversa invece, Giulia è fragile. La donna ormai ha deciso, è ora di andarsene. Mi ha raccontato tanto questa sera. Ha sviato più volte i miei sospetti. Ho pensato che mi volesse descrivere com’era la situazione politica, che mi volesse parlare di Silone o anche solo di sé stessa. Poi, mentre si metteva il cappotto per uscire ho sentito un tonfo. Come se qualcuno avesse gettato un sacco di rifiuti dalla finestra.
E ho capito tutto.


Giuliano Gallini è nato a Ferrara e vive a Padova. È dirigente di una delle maggiori aziende italiane di servizi, dove si occupa di sviluppo e marketing. Il confine di Giulia è il suo primo romanzo.

 

 

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