Gianni Tetti – Grande Nudo

by Gianluigi Bodi
Grande nudo, Gianni Tetti, Neo edizioni,

Io la vedo arrivare. E’ lì, ammassata all’orizzonte. Minacciosa. Carica di pioggi e fulmini, di vento e ghiaccio, di tuoni e devastazione. E’ una nuvola nera e densa che inesorabilmente si avvicina. Nulla la può fermare perché il suo destino è quello di arrivare a noi.
E’ con questa sensazione di ineluttabilità che ho iniziato a leggere “Grande nudo” di Gianni Tetti. Mi avevano avvertito che mi stavo per imbattere in un grande libro, ma non sapevo ancora in che modo questo giudizio si sarebbe tradotto in esperienza di lettura. Leggere Tetti è stato un salto nel vuoto. Leggere “Grande nudo” è stato come sprofondare nelle sabbie mobili. Non puoi essere in nessun altro luogo e al contempo sai che la tua fine è segnata. La mia fine ha avuto luogo nel momento in cui ho iniziato ad abbracciare questa violenza devastante che usciva dalle pagine del libro. Mentre leggevo le vicissitudini di Candida, del Signor Mario, di Don Casu diventavo consapevole del significato puro, dell’essere personaggio di una violenza che è già tra noi e che non può che essere un segnale di qualcosa di più grande che dovremo affrontare. Mentre leggevo delle fughe dei cani, dei rabbiosi e brutali attacchi agli esseri umani pensavo tra me e me che quello era un ribellarsi che veniva direttamente dalla natura, dalla terra. Il pianeta che cercava di scrollarsi di dosso la pulce umana.

E’ un libro enorme, al di là delle sue quasi settecento pagine, è un libro enorme perché scandaglia l’animo umano e presenta un palcoscenico di attori che difficilmente verranno ricordati per la bontà. E’ un libro che plasma la violenza, la rende materia poetica. Non è mai violenza fine a se stessa. E’ significato.

E in tutto questo, il mio primo approccio con Gianni Tetti è stato folgorante. Una padronanza della scrittura ammirevole, uno stile che entra subito nella corteccia celebrare e ti dà la scossa. Un’impresa grandiosa anche considerato il fatto che il libro, nelle sue centinaia di pagine, non cede mai, non smotta. Ritmo serrato, frasi brevi e a volte lapidarie. Paragrafi corti e ritmati come martellate. Ecco il segreto di uno stile di scrittura che vi resterà nella testa anche dopo l’ultima pagina.

Non è un libro propriamente nalizio. Questo penso di poterlo dire senza paura di essere smentito. Ma se avete qualche amico che legge davvero e non ha ancora sentito parlare di Gianni Tetti ecco, in questo caso, “Grande nudo” è uno di quei regali per i quali vi ringrazierà per un bel po’ di anni.

Io credo che un editore cosidetto indipendente debba prendersi dei rischi. Debba far vedere di che pasta è fatto pubblicando anche scommesse. Vuoi per la tipologia del libro, vuoi per la mole (si sa che ormai in pochi leggono libri fiume). Neo ha avuto il pregio di far uscire un libro con le palle. Neo è un editore con le palle.

Toni Alfano ho tirato fuori dal cilindro una copertina da paura. Quello stato di luce e ombra è il compagno ideale di “Grande nudo”.

Gianni Tetti è nato a Sassari. Si occupa di cinema e letteratura. Ha scritto e diretto il documentario Un passo dietro l’altro, è sceneggiatore di SaGràscia e ha collaborato alla sceneggiatura di Perfidia (due film diretti da Bonifacio Angius). Suoi racconti sono stati pubblicati su numerose riviste (Frigidaire, Il Male, Atti impuri) e in diverse antologie. Per Neo Edizioni ha pubblicato I cani là fuori (2009) e Mette pioggia (2014).

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