Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Altaf Tyrewala – Karma Clown (Dispacci da una nazione iperreale)

Altaf Tyrewala – Karma Clown (Dispacci da una nazione iperreale)

by Gianluigi Bodi
Altaf Tyrewala

Era una sera di settembre, mi pare. Avevo appena fatto qualcosa i cui preparativi mi avevano reso nervoso. Una certa ansia da prestazione letteraria. La “cosa” era alle spalle e io ero molto più rilassato. Quando sono rilassato sono anche molto più ricettivo. Voglio bene al mondo e penso che ogni cosa sia collegata.
Dopo un paio di bicchieri di prosecco mi metto a chiacchierare con la traduttrice Gioia Guerzoni. Se ero lì quella sera lo doveva anche a lei e al suo lavoro di traduzione su un libro di racconti. Parlando del più e del meno mi parla di Racconti Edizioni. Una casa editrice che già conoscevo e che in un certo senso avevo visto nascere a Maggio del 2016 al salone del libro di Torino. Gioia mi dice che di lì a poco sarebbe dovuta uscire una raccolta di racconti di Altaf Tyrewala. Che un editore grande si era dichiarato non interessato ai racconti di questo scrittore perché, immagino io, i racconti in Italia non vendono e bla bla bla.
Qualche mese dopo ho tra le mani quel libro di cui parlavamo. Karma clown è a casa mia e mi ha tenuto compagnia.

Io di solito ci metto mesi a leggere un libro di racconti. Ne leggo uno, me lo gusto nella bocca e nella testa, poi ne leggo un altro e via così. Stavolta la raccolta di racconti ha voluto altro da me. E’ stato inevitabile leggerne uno dietro l’altro. Il motivo è molto semplice. Quelli di Tyrewala sono racconti che messi assieme formano un mosaico luminoso e dannatamente particolareggiato di una società così distante da noi da non poterne che essere affasinati. Tyrewala affronta con ironia e sarcasmo gli aspetti più vari, da quelli pragmatici (una bottiglia d’acqua che è un tesoro) a quelli più legati alla superstizione Indiana (oggi qualcuno deve morire perché l’ho letto nei segni). Mumbai è la tela che fa da sfondo, il  muro su cui Tyrewala imbastisce il suo mosaico. Una città ferocemente sovraffollata, immensa, straneante. Una città dai mille incubi e dai mille sogni in cui i personaggi creati dallo scrittore scivolano via come se fossero su binari destinati a portarli in un luogo stabilito in partenza da chissà chi. Il racconto del ladro di cellulare in questo senso è esemplare.

Per farvi un’idea di quale sia la cifra stilistica di Altaf Tyrewala vi basterà leggere il primo racconto “Libri nuovi e di seconda mano”. Come già detto, ironia e sarcasmo, ma anche una vena di malinconia per una città che sta sparendo pezzo pezzo per essere riconstruita nuova e diversa da come i personaggi se la ricordano.

I miei complimenti a Racconti Edizioni per aver scelto di scendere in battaglia nell’arena dei racconti e per aver, fino ad ora, costruito un catalogo degno di nota. L’Italia che legge i racconti ve ne è grata.

Sinceri complimenti anche a Gioia Guerzoni. In parte per la traduzione e in parte per aver proposto questo libro di racconti ad un editore con i fiocchi.

Altaf Tyrewala è nato a Mumbai, in India, ha studiato economia a New York e attualmen- te vive a Dallas, in Texas. In Italia ha pubblicato Nessun dio in vista (Feltrinelli). Tradotto in sei lingue, prima di diventare scrittore ha fatto il cassiere, l’operatore in un call center e il portiere in uno stabile.

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