Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Il fantasma di Alexander Wolf – Gazdanov Gajto

Paratesto:

I cavalli sono animali maestosi che però mi inquietano perché guardandogli negli occhi scopri che ne sanno più di te della vita, di tutto.  Guardare l’occhio vitreo che sbuca dal riquadro mi fa pensare che se dovessi fuggira dalla Grande Mietitrice utilizzerei proprio quel cavallo.

Testo:

«Un giovane giardiniere persiano dice al suo principe: “Salvami! Ho incontrato la Morte stamattina. Mi ha fatto un gesto di minaccia. Stanotte, per miracolo, vorrei essere a Isfahan”. Il buon principe gli presta i suoi cavalli. Nel pomeriggio, il principe incontra la Morte e le chiede: “Perché stamattina hai fatto un gesto di minaccia al nostro giardiniere?” “Non era un gesto di minaccia, ma un gesto di sorpresa. Perché stamattina lo vedevo lontano da Isfahan, e a Isfahan lo devo prendere stanotte».

Sta un po’ tutto in questa citazione il libro di Gazdanov, ma credo che la parte più importante stia giusto un po’ fuori. Quello che la citazione non può raccontarvi è una storia di altri tempi, ambientata ai primi del ‘900 in cui gli attori dell’intreccio vivono passioni concrete di possesso e di morte. Eros e Thanatos se quest recensione l’avesse scritta un erudito.
E’ il destino a farla da padrona in “Il fantasma di Alexander Wolf“, un destino che non riesco a definire che in un modo: creativo.
Il libro inizia catapultandoci in una guerra. Uno scontro d’armi, qualcuno che muore. Eppure il fantasma di questo morto perseguiterà per tutta la vita il nostro protagonista, che da sedicenne assonnato e costretto ad uccidere per difendersi, nel frattempo è diventato un rispettato e stimato giornalista.
Il destino muove le pedine, mette sulla strada del giornalista un libro, un ubriacone ed una donna per cui perdere la testa. E tutti questi personaggi hanno un solo scopo, fargli incontrare il proprio fantasma e scrivere le ultime righe della trama redatta dal destino.
Una storia che sarebbe potuta essere banale, scritta con maestria da Gazdanov, diventa una storia da raccontare e soprattutto da leggere. Perché se, a tratti, vi sembrerà di aver individuata la strada che porta verso la fine, il tragitto è panoramico e il panorama merita di essere visto con occhi interessati.
La lingua poi, avvolge la storia, come un lampione degli ChampsÉlysées illumina delle fette di buio, in quelle zone oscure Gazdanov applica tutta la sua maestria.

Coordinate:

Quella che avete tra le mani è la nuova edizione che Voland ha preparato del libro di Gazdanov. La precedente è datata 2002 e dubito sia ancora disponibile. Se posso dare un parere estetico, questa all’occhio appare migliore. Ma sulle questioni estetiche abbiamo tutti la nostra opinione. A me piace quando i libri si aprono senza sforzi, quasi come se la loro natura non fosse quello stato immobile di chiusura, ma di dinamica apertura verso l’esterno. “Il fantasma di Alexander Wolf” soddisfa pienamente questa mia personale passione.

Gazdanov Gajto

Gazdanov Gajto

Ho l’impressione che Gazdanov Gajto sia uno di quegli scrittori dimenticati in soffitta, messi lì tra uno scatolone di cianfrusaglie e dei giocattoli che non si usano più. Eppure, come riporta la breve descrizione nel sito di Voland Gazdanov ha avuto un certo successo ai suoi tempi:

Nato a Pietroburgo nel 1903, volontario a quindici anni nella Guardia bianca, emigrò a Parigi, dove si adattò ai mestieri più umili. Dalla metà degli anni ’20 cominciò a pubblicare le sue opere, raggiungendo subito il successo. I contemporanei lo paragonarono, per forza e stile, a Proust, Kafka, Camus, Nabokov. Considerato il miglior scrittore russo dell’emigrazione europea, è morto nel 1971.

Insomma, non è da tutti venir paragonati a nomi del calibro di Proust, Kafka e Nabokov. Evidentemente l’ombra buia dell’oblio non risparmia nessuno e fa le sue vittime seguendo dei piani che non ci è dato conoscere.

La traduzione è di Fernanda Lepre che aveva curato anche quella dell’edizione precedente. Mi sembra che la traduttrice sia in perfetta sintonia con il testo e con abilità riesca a trasmettere tutto lo spirito evocativo di un mirabile pezzo della letteratura di inizio 900.

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