Claudia Lamma – Jenny la secca

by Gianluigi Bodi
Claudia Lamma

Di questo libro avrei dovuto parlare già un mese fa, poi sono subentrate noie che a voi probabilmente non interessano e tutto quello che aveva bisogno di un cervello ha subito un blocco.
Adesso sembra quasi che le cose si stiano mettendo in moto un’altra volta. Lentamente. Ed è giusto che uno dei primi colpi buoni lo dedichi a questo libro che mi ha sorpreso sotto molti punti di vista.
Iniziamo da un antefatto. Il libro l’ho portato a casa dal Salone del libro di Torino. Il libro lo ha pubblicato una casa editrice appena nata che si chiama “Terrarossa” e che ha la buona intenzione di riproporre alcuni titoli di autori del meridioni ingiustamente finiti tra i remainders (se va bene). Ma…sì, c’è un “ma” questa non è l’unica loro buona intenzione. Parallelamente a queste ripubblicazioni hanno deciso di dare spazio anche agli esordienti. “Jenny la secca” di Claudia Lamma è il primo titolo e alcuni di quelli che sono in previsioni sono davvero ottimi.
Quando ho dovuto decidere quale libro portarmi a casa non ho avuto nessuna esitazione. Anche se gli altri mi avevano ben impressionato era l’esordiente che volevo. Perché per ripubblicare ottimi libri ci vuole buon gusto, ma per pubblicare degli ottimi esordienti serve anche del pelo sullo stomaco. Volevo vedere “Terrarossa” che idee aveva.
Spoiler: ha ottime idee.

Ma veniamo al libro. Che credo sia il motivo per cui vi siete messi davanti allo schermo del vostro computer, tablet, telefonino etc etc.

Mi pare di poter dire che ci sia un filo delle letteratura che tratta del passato. O meglio, tratta le conseguenze del passato sugli avvenimenti presenti. “Jenny la secca” si può dire che segua questo filone e che lo faccia con intelligenza. Devo subito dire che la lettura di questo libro mi ha soddisfatto molto.
La trama la accenno solamente. Uno dei protagonisti, Trip, ritorna in città e il suo ritorno non è visto di buon occhio. Finisce pestato molto bene e legato dentro alla cucina di un ristorante. Finisce che uno ad uno veniamo a conoscere tutti i personaggi di questo libro e nessuno di loro è senza macchia. Ma dove parte tutto? Parte dall’infanzia, da quel passato di cui parlavo sopra, parte dai ricordi, da Jenny la secca e le finte uova di Fabergé.

Jenny però all’inizio non c’è. Tutti la cercano. Sembra che la drammatica situazione iniziale dipenda da lei, sembra che la narrazione succeda grazie a lei, quasi come se i personaggi l’aspettassero come si aspetta un Godot qualsiasi.
E il messaggio, forse, è che il passato ha infiniti modi per essere rigurgitato.

Claudia Lamma utilizza una struttura solida che incastra il presente con i flashback sul passato. Lo fa con una profonda attenzione alla scrittura e, cosa che non è così scontata, una freschezza nei dialoghi che li rende spontanei e naturali. “Jenny la secca” è un libro che si legge davvero con piacere, soprattutto quando dopo qualche pagina le trame cominciano ad infittirsi e noi siamo costretti a prendere pensieri e parole del passato per dare senso al presente. Attraverso la coralità dell’opera Lamma mantiene alta la tensione narrativa senza lasciare al lettore la possibilità di perdersi.
Pare che Claudia Lamma sia esordiente. Qualche dubbio che non lo sia mi è venuto.

Se questo libro rappresenta l’idea di letteratura a casa TerraRossa non posso che essere davvero ottimista per il futuro che li attende.

Claudia Lamma, classe ’74, è nata a Bologna dove si è diplomata al liceo Classico Caimani – quello di Jack Frusciante – per poi iscriversi al D.a.m.s., con la speranza di far decollare la carriera giornalistica avviata con «il Resto del Carlino». Nel ’96 ha avuto un brutto incidente e ha mollato baracca e burattini. Anche se negli ultimi tre lustri non ha mai smesso di scrivere, Jenny la Secca è il suo primo romanzo e ha vinto il concorso SpiritiLibri.

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