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Cioran,Bălan – Tra inquietudine e fede. Corrispondenza (1967 -1992)

by Nicola Vacca

 

Antonio Di Gennaro sta facendo un lavoro straordinario su Emil Cioran.Da appassionato e soprattutto da studioso dello scrittore rumeno, sta portando alla luce materiale inedito (soprattutto carteggi, interviste e epistolari) utile a spiegare la complessità del pensiero dell’autore di Squartamento, rivelando aspetti poco conosciuti della sua vicenda biografica.

In questi giorni arriva in libreria Tra inquietudine e fede, un volume che raccoglie la corrispondenza tra Emil Cioran e  George Bălan, filosofo, musicologo e aforista rumeno ( a cura di Antonio Di Gennaro, traduzione italiana di Ionut¸Marius Chelariu).

Tra il 1967 e il 1992 ci fu uno scambio intenso tra i due uomini di pensiero. Una corrispondenza incalzante in cui troviamo lo scettico Emil Cioran che dialoga con Dio e lo inchioda alle sue irresponsabilità.

Un carteggio che si legge come uno straordinario romanzo di formazione in cui i due battibeccano e si confrontano sugli aspetti problematici dell’ intelletto.

Bălan si interessa subito a Cioran dopo aver letto alcune sue pagine in « in uno stato di entusiasmo durante l’indimenticabile pomeriggio di Sibiu» al punto di scrivere un libro su questo straordinario rumeno. A questo punto decide di contattare l’autore. Così  ebbe inizio lo scambio reciproco di opinioni che durò venticinque anni («Miracolosamente, abbiamo ricevuto entrambi le lettere che ci siamo inviati. Un giorno forse potrei indagare tra i tanti dossiers con cui la “Securitate” mi  ha onorato nel corso di questi anni e sapere come re­agiva alla mia ardita corrispondenza!

Essa fece nascere tra di noi una cordialità e, a causa delle circostanze politiche, una complicità che da un punto di vista umano per me contava ancora di più, poiché allora vivevo in un clima di isolamento e di incubo». Così scrive il musicologo).

Da queste premesse nasce un dialogo proficuo e tenace in cui Emil Cioran senza alcun infingimento si mostra nella lucidità scettica e immensa del suo pensiero.

Cioran non si sottrae alle richieste del suo ammiratore e risponde  in maniera autentica e precisa soprattutto quando il discorso cade sulla presenza(?) di Dio.

« Le sarei grato se potesse aiutarmi a comprendere le ragioni più pro­fonde dei suoi attacchi contro il cielo, ragioni che per adesso non riesco a capire. Per l’ulteriore svolgimento del mio lavoro questo chiarimento mi è molto utile.» scrive George Bălan.

« Mi interessa ciò – risponde Cioran – che afferma circa la compatibili­tà tra la fede e l’inquietudine. È giusto che rimanga stupito di tutte le mie riflessioni in cui sottolineo la separazione quasi assoluta dei due atteggiamenti. Non dimentichi però che tutta la mia vita è stata una ricerca frenetica, accresciuta dalla paura di trovare. Tale anomalia prorompe soprattutto in ambito reli­gioso. Sono certo di aver cercato Dio, ma sono ancora più certo di aver fatto di tutto per non incontrarlo. Un amico francese un giorno mi ha detto che sono come un Pascal che inventerebbe qualsiasi ragione per non credere. Lei però potrebbe obiettare: ‘In tali con­dizioni, perché leggere i mistici e discutere di loro? Perché trattare il problema religioso?’.

Potrei darle molte risposte, ma farò riferimento soltanto a una, la principale, almeno per quanto mi riguarda: non dal bisogno di certezza, né da un im­pulso interiore e neppure dalla curiosità metafisica mi sono imbattuto in Dio; l’origine di tutte le mie gri­da verso di Lui, come anche di tutto il sarcasmo con cui l’ho glorificato, deve essere ricercata in un senti­mento di totale e opprimente solitudine, al termine del quale Dio automaticamente, per così dire, appa­re.»

Questo nuovo volume ci suggerisce nuovi elementi per comprendere meglio la personalità e gli scritti di Emil Cioran e soprattutto rappresenta un ulteriore invito alla lettura e all’approfondimento di uno degli scrittori più controversi del secolo scorso.

« Cioran lo diceva da qualche parte, e a giusta ragio­ne: tutti vogliono la salvezza di tutti e ciò non fa che aumentare la disgrazia generale. Egli era un provoca­tore che si sforzava di rendere ogni affermazione una sfida.

La sua letteratura, un misto di lirica e filosofia, si adatta perfettamente alla definizione che egli stes­so ha dato al suo modo di essere: ‘Sono un filosofo urlatore. Le mie idee, ammesso che esistano, abbaia­no; non spiegano nulla, strepitano’».

Questo scrive di Emil Cioran George Bălan, mettendo in evidenza l’influenza benefica che può esercitare la sua opera.

Cioran è soprattutto  indi­gnazione per la sua continua volontà di sfidare, per le sue impertinenze che sfiorano la bestemmia, per il suo irrispettoso anticonformismo.

 

 

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