Che Rock i Blur!

by senzaudio

Regole fondamentali per interpretare questo articolo:

Primo: non sarà mai un resoconto obiettivo e spero che non sia un problema. Ma del resto se non accetti il talento dei Blur sei tu che leggi che obiettivamente non sei coffee and tv.. Secondo: almeno 15 anni di attesa. 15 anni per vederli live. Una vita intera. Ma ripagata in ogni singolo minuto del live.

Il dvd di Hyde Park, consumato e riconsumato… finalmente ora so che si prova. Terzo: 1964-1968-1969. Gli anni di nascita di questi “ragazzi” molto più in forma di tanti altri giovincelli di oggi. Ah che voce, ah che chitarra!

Dicevamo, 15 anni di attesa per Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree. Mi ero ripromesso che se fossero tornati insieme, non ci sarebbero stati limiti di distanza, Londra, Parigi, Germania o dove capitasse.. Li avrei visti. Poi la flash news. Addirittura a Milano e Roma. Appena me lo han detto ho acquistato i biglietti dal centro della pista del club dove mi trovavo.

Sono la massima espressione di quel movimento chiamato Britpop che di Brit ha tantissimo ma di Pop, secondo me, non molto. Questo è rock, è un rock diverso da chi urla nel microfono tutto tatuato e rabbioso ma quella chitarra di Graham Coxon, seguito magistralmente da Basso e Batteria sputa fuori melodie rock di notevole fattura. Del resto quello che si è presentato è un piccolo esercito di 7/8000 persone che aveva davvero voglia di tornare ad assaporare musica anni ‘90. Musica bella, vera e sincera. Non c’è spazio per commenti di fino, nè di trovare argomentazioni per la solita diatriba tra Oasis e Blur. O c’è?

La butto o non la butto la solita provocazione? Vabbè buttiamola, tanto si è capito che sono schieratissimo: chiedete a Liam Gallagher di andare su un palco e fare quello che ha fatto Damon l’altra sera. Perché la prestazione del ragazzo di Colchester è comunque di altissimo livello. Voce perfetta, intrattenimento del pubblico grandioso, una canzone come “Country House” eseguita sollevato tra la sua gente, senza accusare nessun problema.

Ci sono tracce morbidissime come “Tender” o la grandissima “This is a low” ma anche autentiche ballate come l’apriconcerto “Boys and Girls” o “ParkLife”, fino alla chiusura clamorosa e scontata di “Song 2”. Quante canzoni sono così rock tra l’altro? Che dire di “The Universal” tra le mie canzoni preferite di sempre? Un inno alle giovani generazioni, un inno eterno con quel “When the days they seem to fall through you… Well, just let them go”. Del resto “This is the next century”, e un po’

ci spiace perché quello che le nostre generazioni sono riuscite a fare prima dell’anno 2000 è qualcosa di meraviglioso.

Una specie di mini risorgimento culturale, gli anni 80 e 90 sono stati incredibili.

Cosa dire della prestazione del 28 luglio 2013? Mi aspettavo bene, mi aspettavo tanto, mi aspettavo qualità e quantità ma non pensavo così. Sono ancora dei ragazzini e hanno suonato per 1 ora e 40 senza scendere mai di tono, regalando a tutti i presenti devastati dal caldo torrido una boccata d’aria fresca e salutare.

Di Damon, della sua voce e della sua performance abbiamo già detto, ma una menzione particolare va a Graham, “il cattivo”, che riesce ogni tanto a mettere in secondo piano il talento vocale di Albarn, e penso sia il complimento più bello che potessi fargli. Che sia la mente del gruppo lo si dice da sempre ma quello che è riuscito insieme a Damon, da solo non gli è riuscito. Poi puó essere una questione di gusti, una scelta, ma questa musica è Storia, s maiuscola.

Non me ne vogliano, non è che gli altri 2 membri siano da meno eh, perché senza di loro comunque non sarebbe la stessa cosa. Ed è corretto dare il giusto merito anche a chi viene esaltato meno ma contribuisce al gioco di squadra. Questo amalgamatissimo gruppo che sembra non aver pagato la decina d’anni di separazione più o meno effettiva si alterna su “Bettlebum“, la recentissima “Under the Westway“, la psichedelica “Caramel“, “End of a Century” e via dicendo come se nulla fosse.

Su “Coffee and tv” si consuma anche un simpatico siparietto:

un ragazzo “mascherato” da cartoncino di latte viene letteralmente lanciato sul palco e passa tutta la canzone a ballare con loro sul palco. I Blur interagiscono tranquillamente x tutta la canzone e il ragazzo idolo ormai di tutta milano e dintorni lo trovate su twitter sotto questo pseudonimo: @_il_fede !

Dietro a tutto quel successo, a quello charme british e scazzato, alla compostezza e all’alcolismo di Graham, alla voce cristallina di Damon, alla dedizione di Alex e al ritmo perfetto di Dave c’è dietro un grande talento, una grande professionalità e una grande applicazione. Cose che forse mancano a tanti cantanti moderni. Ovvio che le canzoni fossero storiche, che loro le avessero già suonate all’infinito, ma la perfezione e la pulizia dell’esibizione completa mi ha spiazziato. 45 anni e non sentirli. Auguriamovi altri 45 anni di questi live!

Chiudiamo con un plauso a Milano, quest’anno mi sono diviso tra concerti in zona Rho Fiera e Ippodromo del Galoppo e finalmente si può dire che anche a Milano si può sentire musica di qualità con degli impianti audio di livello. Infatti, ancora meglio che a Rho, il City Sound è stato veramente all’altezza della situazione.

Buone vacanze a tutti.
@emilianopicco

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