Questa collana potrebbe esservi familiari. “I pacchetti” dell’Orma editore, con il lavoro grafico della vecchia conoscenza Maurizio Ceccato e del suo Studio Ifix, con la cover (e sopraccoperta) di Elena Vozzi e con la solito invito a prendere il libricino, avvolgerlo con la sua sopraccoperta e poi spedirlo a chi vi è più caro.
Questa collana deliziosa si arricchisce di un nuovo capitolo grazie a Federico Musardo che con un’attenta selezione di alcune tra le centinaia di lettere scritte da Cesare Pavese, restringe un po’ il campo permettendoci di dare un’occhiata al Cesare Pavese giovane inquieto e scrittore in divenire.
Le lettere qui selezionate testimoniano alcuni dei rapporti più stretti che Pavese ha intrattenuto mentre si accingeva a diventare lo scrittore da tutti conosciuto. In questo senso, privilegiato è lo sguardo su Mario Sturani e Tullio Pinelli (a lungo collaboratore di Fellini), ma notevoli sono anche le parole rivolte al professore e maestro di letteratura Augusto Monti e, infine, al primo editore Alberto Carocci.
Le parole raccolte in questa pagine mostrano un uomo profondamente combattuto tra gli estri vitali della letteratura e l’abisso dell’incomprensione del mondo. Un abisso che, lo sappiamo, alla fine lo ha portato via con sé; ma “Non ci capisco niente” è anche un buon viatico per entrare più consapevoli all’interno del mondo di Cesare Pavese e, magari, rileggere le sue opere con uno sguardo nuovo.