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Elisa Menini – Nippon Yokai – Il gioco delle dieci storie

by Gianluigi Bodi

Di questi tempi, complice la Pandemia, il Decameron di Boccaccio ha avuto una rinascita che lo ha portato a essere conosciuto da un pubblico che altrimenti non avrebbe mai avuto la curiosità di affrontarlo.
Nippon Yokai – Il gioco delle dieci storie” di Elisa Menini, pubblicato da Oblomov Edizioni, utilizza lo stesso espediente del racconto a cornice, ma lo fa attingendo alla cultura e tradizione giapponese, cosa che ci fa ricordare ancora una volta che le assonanze culturali sono molto maggiori di quanto si possa immaginare, anche tra popoli apparentemente così lontani.

Il filo conduttore che collega queste dieci storie è la paura. Un gruppo di amici si trova in una vecchia casa nel bosco. Ognuno di loro deve essere talmente coraggioso da raccontare una storia e poi addentrarsi nella casa buia per spegnere una candela e ritornare infine al proprio posto. Alla fine del gioco dovrebbe comparire uno spirito Yokai.
Le tavole che hanno a che fare con il gruppo di amici sono in bianco e nero, contribuiscono così a dare uno stacco tra una storia e l’altra, ma dall’altro lato rafforzano l’unità con il loro stile semplice nelle forme.

L’esplosione di colori e forme avviene nelle singole storie. Poche pagine per raccontare leggende, miti e fantasie; storie che hanno a che fare con spiriti burloni e spiriti malvagi, che riprendono personaggi della tradizione animista giapponese che dà a ogni cosa uno spirito.

Ecco quindi che ci troviamo di fronte a spose di ghiaccio, spiritelli dispettosi come i Kappa, orchi che vivono in castelli, insetti giganti e alberi maligni che popolano le storie di Hanpo e dei suoi amici e che ci portano verso la conclusione del gioco, una conclusione che è perfettamente in linea con l’atmosfera di tutta la graphic novel.

Veniamo ora ai disegni veri e propri. Elisa Menini ha uno stile che è chiaramente influenzato dalla tradizione artistica giapponese, non sono un esperto di arte giapponese, ma proverei a fare un’associazione con le opere d’arte di Hiroshige Utagawa, se non altro i colori utilizzati nei sui dipinti che ricordano molto alcune tavole presenti in “Nippon Yokai”.
Più in generale, i disegni di Elisa Menini ricordano i disegni Ukiyo-e la cui definizione tradotta è “immagine del mondo fluttuante” che rende davvero molto bene l’impatto emotivo di quest’opera.

“Nippon Yokai – Il gioco delle dieci storie” di Elisa Menini è davvero una bellissima lettura, potremmo rigirarcelo tra le mani anche solo per osservare uno a uno i disegni. Gli spiriti che inseguiamo e che ci inseguono a molti di voi saranno familiari, hanno fatto la loro comparsa anche negli anime che ci accompagnavano da bambini, mi viene in mente il Kappa che ciclicamente compariva assieme a Lamù (Rumiko Takahashi ha usato spesso spiriti e affini nei sui Manga, vedi Ranma 1/2 e Yunuyasha) oppure, se vogliamo tenere un tono più oscuro, la loro presenza ha costellato tutta l’opera di Kazuhiro Fujita “Ushio e Tora”.

Se siete appassionati del mondo giapponese non lasciatevi sfuggire questa opera d’arte.

Elisa Menini è diplomata presso l’Istituto Statale d’Arte di Urbino in Cinema d’Animazione. Fa parte integrante di Incubo alla Balena, gruppo di autoproduzioni a fumetti che cura l’omonima fanzine. È uno dei talenti più forti della nuova generazione di autori. 
Dopo il successo di Nippon Folklore (Oblomov Edizioni 2019, Ici Même Editions 2019),  Nippon Yokai esce in contemporanea anche in Francia.

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