Un sottotitolo che è tutto un programma, che è il programma. “Manifesto letterario per la legalizzazione della cannabis“. Lo leggo è penso, ma non era già legale farsi le canne? Ci penso meglio, no, non lo è. Lo è diventato in alcuni posti del mondo. In altri posti la usano massicciamente per alleviare il dolore. Poi ricordo le parole di mio nonno. Si inizia con la maria e si finisce a bucarsi le vene, ma quello era mio nonno, che aveva idee tutte sue, alcune strampalate, alcune buone, alcune sbagliate. Questa era sbagliata secondo me.
Veniamo al libro. Magari avete iniziato a leggerlo, sempre che siate riusciti a togliere gli occhi di dosso dalla copertina in perfetto stile da propaganda russa. L’avete aperto e ci avete visto dentro il ben di Dio di scrittrici e di scrittori. E allora vi siete lasciati andare alla lettura e avete scoperto che tutti i racconti de “Gli stonati” hanno un filo conduttore: le canne. Chiamiamola maria, Ganja, Marjuana, nero, marocchino, non so più con quanti nomi l’ho sentita chiamare quella specie di sigaretta hand made.
I nomi sono noti. Li prendo a campione. Piergiorgio Pulixi, Melissa Panarello, Luca Scarlini, Federica de Paolis, Paolo Zardi, Yasmin Incretolli, Marco Drago, Morozzi, Santarossa, Fortuna, De Marco, Bertuzzi etc etc. Mi perdonino gli scrittori se non li cito tutti altrimenti questo post rischia di diventare un elenco telefonico.
Dietro a “Gli stonati”, oltre come ovvio la casa editrice, c’è un curatore. Un curatore che risponde al nome di Alessio Romano, pescarese classe ’78. Devo dirvi la verità. Nel mio piccolo ho avuto un’esperienza legata alla creazione di una raccolta di racconti e so quanto sforzo e lavoro c’è dietro. Quindi, mi fa piacere poter dire che la raccolta “Gli stonati” è davvero piacevole da leggere. Ha un equilibrio perfetto tra leggerezza e serietà dei toni. Che è proprio lo stesso equilirio che bisognerebbe saper abbracciare quando si parla di una questione così delicata come quella della legalizzazione della cannabis.
I racconti sono suddivisi in quattro gruppi. Uso personale, uso occasionale, uso ricreativo, uso terapeutico. Inoltre, alla fine del volume ci sono “tre svuotini” d’autore scritti da Marco Vichi, Gaetano Cappelli e Sandro Veronesi.
La copertina, che a me personalmente piace molto, è opera di Arturo Barbarisi.
Un’ultima cosa prima dei titoli di coda. Questo libro è dedicato alla memoria di Giacinto Pannella. Detto Marco.
I loro diritti d’autore (insieme a quelli del curatore) verranno devoluti all’Associazione “Luca Coscioni” per la campagna di antiproibizionismo “Legalizziamo!“.
Racconti di Alessandro Berselli, Francesca Bertuzzi, Stefano Bonazzi, Romano De Marco, Federica De Paolis, Barbara Di Gregorio, Marco Drago, Corrado Fortuna, Simone Gambacorta, Yasmin Incretolli, Gianluca Morozzi, Melissa Panarello, Alberto Petrelli, Renzo Paris, Piergiorgio Pulixi, Massimiliano Santarossa, Luca Scarlini, Carlo Vanin, Paolo Zardi, e con la partecipazione straordinaria di Gaetano Cappelli, Sandro Veronesi, Marco Vichi.