Il mio primo romanzo di Massimiliano Città si è rivelato una piacevo scoperta e un’ottima lettura. Sto parlando ovviamente di “Agatino il guaritore” edito dalla casa editrice “Il ramo e la foglia” a gennaio 2024. Non si tratta di un esordio in quanto città ha già pubblicato in precedenza con Castelvecchi, e diciamo che la cosa si intuisce fin da subito perché la scrittura di Massimiliano Città è molto sicura e ha una voce che l’autore padroneggia molto bene.Già il titolo del libro aiuta il lettore a mettere subito a fuoco l’atmosfera del romanzo.
Quella narrata in “Agatino il guaritore” è una storia di paese, una storia che accade in un panorama rurale, in cui le case sanno essere apparizioni, quasi miraggi, nelle campagne perdute. I personaggi sono tutti figli di quella terra, lambiscono la miseria, ma sanno, quando serve, farsi forse l’un l’altro. Tra questi incontriamo Agatino, di professione guaritore, ma in realtà un ciarlatano che riesce a mantenere il posto che occupa solo grazie ai continui sotterfugi e a un’intelligenza sopraffina. Sì, perché anche per saper architettare certe trame è necessario avere un cervello che funziona bene e una morale facilmente modificabile.
Al di là della trama ciò che mi ha colpito di questo romanzo è stata la voce di Massimiliano Città. “Agatino e il guaritore” è un romanzo che riesce a portarti subito tra quelle persone e quelle terre proprio perché lo stile utilizzato riesce in qualche modo a ricreare un atmosfera genuina, proprio come molti dei personaggi che si alternano in questo libro. È peculiare anche la costruzione, anzi, l’impalcatura che Città ha voluto dare a questo libro. Non entra fin da subito nella vita di Agatino, ma ci mostra, quasi come fosse la saga familiare, come una giovane fanciulla sfortunata sia entrata in casa sua e per far ciò ci racconta la storia di incroci, salite e discese di ben tre generazioni.
La mia opinione è che “Agatino il guaritore” sia un romanzo dal gusto genuino in cui l’autore ha privilegiato la volontà di raccontare una storia che a tratti ha sì dei connotati assurdi, senza affidarsi agli effetti speciali. Ha dunque raccontato una storia di persone comuni, da una parte gente che deve continuamente far fronte alle disgrazie della vita, dall’altra chi utilizza queste disgrazie per trarne guadagno. La morale però è un’altra, per quanto uno sia furbo non può andargli sempre bene.
Massimiliano Città, nasce in quel di Cefalù (ché Castelbuono, dove la famiglia risiede, non ha ospedali e le levatrici hanno smesso d’esser tali) in un’afosa giornata di luglio del 1977 con un blues in Eb sulla pelle. Inciampa e si rialza nel cortile della nonna, dove fantasmi e amici iniziano ad affollare la mente.
Viaggia da solo. Cresce artisticamente nel gruppo “Kiroy”, accolita palermitana di scrittori, pittori e musici. Nel 2004, sotto lo pseudonimo di VagabondoEbbro, pubblicato da CUT-UP Edizioni di La Spezia, esce il racconto Delirio di un Assassino, inserito nella raccolta Lost Highway Motel.
Ha pubblicato i romanzi Keep Yourself Alive (Lupo Editore, 2009) e Tremante (Castelvecchi, 2018) oltre alle raccolte di racconti Rumori(Bookabook, 2017) e Incisioni (L’Erudita, 2023).
Sul blog massimilianocitta.it conduce periodicamente alcune rubriche letterarie tra cui “Cinque domande, uno stile”.