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Nuovi sostantivi, cattivo linguaggio

by senzaudio

C’era una volta la lingua italiana, quella costituita da vocaboli ben leggibili, che captavano l’attenzione di ogni cittadino del “Bel Paese”. Le frasi erano fluide, con un significato ben preciso senza aver bisogno di un traduttore simultaneo. Adesso, purtroppo, non è così, anche perché alcuni “comportamenti” linguistici non sono affatto in linea con la tradizione culturale del nostro Paese causa nascita di sostantivi mai sentiti prima o, almeno, fino a pochi giorni fa. I social network, oltre a provocare una flessione dei “veri” rapporti umani, stanno letteralmente uccidendo il linguaggio di una Nazione che ancora oggi fa della propria lingua un vanto. Già, l’Italia dei Leopardi, dei Manzoni, mortificata da parole senza senso che, oramai, stanno prendendo piede giorno dopo giorno. Nel 2014, dunque, ti capita di ascoltare, anche involontariamente, un dialogo poco chiaro tra ragazzine che prendono spunto da tutto quello che gira per internet. “Ciao, baciogiorno a te” oppure “Bacionotte, a domani”: frasi che somigliano a un interscambio di parole tra due persone che con il vocabolario italiano non hanno niente a che fare.

aperitivo

Ma non è finita qui. Per rimanere al passo coi tempi, da un po’ di anni a questa parte tutti, ma proprio tutti, possiamo notare come siano in voga termini culinari molto strani. “Stasera, apericena” o anche “C’è la novità dell’aperisushi”. Facciamo chiarezza: entrambe le parole derivano dal sostantivo aperitivo, ovvero un cocktail o una bevanda non miscelata, accompagnata da piccoli spuntini e salatini in grado di stuzzicare l’appetito prima di cena. Dunque, perché rovinare il classico e inimitabile pre-cena con “apericena-aperisushi” e altro? Da questi piccoli cambiamenti, traspare un certo cambiamento rispetto al passato. Non possiamo pretendere di non aggiornare il nostro lessico, ma sarebbe importante non dimenticare le proprie origini. Dunque, usate tranquillamente anche “baciogiorno”, “bacionotte”, “apericena” o “aperisushi”, ma ricordate di essere sempre italiani, anche nel linguaggio.

foto in evidenza: Ansa

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