La cultura dimenticata

by senzaudio

Che dire di un paese dimentico della sua unica ricchezza? Bene, è proprio ciò che sta accadendo all’Italia. Da sempre parca di risorse naturali e minerarie essa ha un solo grande ed inestimabile patrimoni: l’arte. La cultura. Ma non se ne cura. Né l’ha mai fatto. Al contrario l’ha sempre lasciato marcire, a giacere in putrefazione. Perché con la cultura, con l’arte non si mangia. Sono inutili, accessorie, come ritenuto dal senso comune e da una schiera molto folta e bipartisan di ministri, politici e amministratori locali. Come si può in tempo di crisi finanziare un segmento che non genera profitto? Dunque tagli. Tagli sconsiderati. Incontrollati.Affresco_romano_-_Pompei_-_io_e_argo[1]

 
Affresco romano a Pompei

I beni artistici siti sul territorio italiano versano ormai in condizioni disastrose. Attanagliati da intemperia e noncuranza. Da un menefreghismo generalizzato e popolare, che travalica le istituzioni ed interessa quasi tutte le fasce della popolazione. Atteggiamento stupido e autolesionista. Nessuno infatti cita i dati. Nessuno dice che la cultura vale, oggi, il 5,8% del PIL, fatturando ben 80 miliardi all’anno. Senza tener conto dei posti di lavoro creati dal settore. La cultura dà da mangiare. E potrebbe fatturare molto di più e creare molta più occupazione se invece di decurtare si investisse. Nessun museo italiano è tra i dieci più visitati, e questo dato va letto a fronte dell’immensa ricchezza culturale. Nel territorio del Bel Paese hanno infatti sede ben 49 beni protetti dal Unesco, primato unico e ineguagliato. Il patrimonio artistico italiano è negletto e dimentico, condannato alla damnatio memoriae da un popolo ignorante e incosciente. Come si può pretendere che la situazione migliori diminuendo all’osso le ore di storia dell’arte nei licei e tagliando ancora? villa-adriana_1[1]

 
Villa Adriana, Tivoli

Peraltro non si è considerata la portata spirituale del decadimento culturale. Un popolo ignorante è un popolo più insensibile. Più indifferente al dolore. Pur ripudiando qualsiasi accostamento di arte e etica, non si può non ammettere che l’educazione alla sensibilità estetica apra a quella morale. Chi è in grado di riconoscere e di apprezzare il bello, sarà capace di fare altrettanto con il giusto. La cultura, dunque, dovrebbe essere vista non come spreco, ma come risorsa prima. Come unica via per uscire da questa crisi economica e valoriale. L’arte rigogliosa contro l’arida decadenza.

 
Cartina siti UNESCO in Italia

Italia-siti-Unesco[1]

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