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Una nube oscura all’orizzonte – Stanisław Lem- L’invincibile

by Gianluigi Bodi
AutoreStanisław Lem
TitoloL’invincibile
EditoreSellerio (2020)
TraduttoreFrancesco Groggia

Sono sempre stato un grande consumatore di fantascienza cinematografica essendo uno di quelli che prende il cinema come un passatempo ideale per staccare il cervello per un paio d’ore; e credo di essere stato, fin dall’infanzia, portato a immaginare l’esistenza di mondi paralleli, viaggi nel tempo, alieni a volte pacifici a volte aggressivi; ma sono certo di non essere stato mai, durante l’adolescenza, un consumatore di letteratura di fantascienza. Ricordo un paio di libri che un insegnanti di scienze mi prestò durante il secondo anno di scuola superiore, ma per cercarne altri probabilmente dovrei usare gran parte della mia materia grigia. Di certo non c’è stato Asimov a farmi compagnia, ne Dick e nemmeno Lem.

Con il tempo sto cercando di recuperare e anche se mi rendo conto che certi libri andrebbero letti molto prima proprio per il potere che possono generare sull’immaginazione di un essere umano, credo anche che valga il vecchio detto “maglio tardi che mai”.

In questa mia esplorazione di un genere molto apprezzato e contemporaneamente molto vituperato, mi sono imbattuto in un libro di Stanisław Lem intitolato “L’invincibile” e appena pubblicato da Sellerio (che per ignoranza mia non avrei mai associato al genere fantascientifico).

Linvincibile è un incrociatore galattico che atterra sul pianeta Regis III per cercare di recuperare informazioni su un’astronave arrivata un anno prima sul pianeta e di cui si sono perse le tracce. Regis III è deserto, desolato, non c’è traccia di alcuna forma vivente, non è rimasta più nemmeno la vegetazione. Eppure l’equipaggio, comandato dall’astrogatore Horpach si rende subito conto che in quelle lande desolate c’era stata vita e che l’immobilità di cui sono testimoni è sopraggiunta con il tempo. E’ lo sguardo dell’ufficiale Rohan a portarci dentro il libro, a farci scrutare con preoccupazione la nuvola nera all’orizzonte, una nuvola carica di pessimi presagi. L’altra nave, il Condor, viene ritrovata. L’equipaggio è morto, come ciò sia avvenuto è impossibile da capire, fino a che la minaccia che avvolge L’invincibile non diventa, all’improvviso, chiara.

Ed è proprio questo senso di minaccia che rende il libro di Stanisław Lem così avvincente. La sensazione di asfissia, di morsa che ti stringe a poco a poco il collo e che limita i movimenti, proprio come capita all’equipaggio atterrato su Regis III che si trova a combattere contro qualcosa di inaspettato, di assolutamente al di fuori della biologia umana ma al contempo completamente logico nel suo modo di agire. Non voglio rischiare di rovinarvi il libro per cui non darò altri dettagli sulla trama, ma un paio di altre cose che mi sono rimaste impresse durante la lettura di questo libro ci sono e ne voglio parlare.

Prima di tutto, la sensazione che ho avuto, mentre leggevo “L’invincibile”, in termini di come doveva essere l’astronave mi ha condotto a immaginarla alla stregua di un monolite metallico, una sorta di creatura Steam-Punk, ben lontana dalle astronavi affusolate e delicate che siamo spesso abituati a vedere nei film; poco Enterprise e molto nave Klingon.

La seconda cosa ha a che fare con la composizione dell’equipaggio, completamente maschile. Qualcosa che presumo sia un retaggio dell’epoca in cui questo libro è stato scritto. Ma oltre a questo, ciò che mi ha colpito e che in qualche modo ha acuito il senso di desolazione è che gli accenni a una realtà esterna, non inscatolata all’interno di una nave spaziale, sono pochi se non nulli. Pare non esserci nulla oltre le paratie dell’incrociatore stellare.

Detto questo, se siete appassionati di letteratura fantascientifica probabilmente non servirà che vi consigli di leggere “L’invincibile” di Stanisław Lem, ma se come me siete neofiti e avete bazzicato poco il genere vi consiglio di tenere bene a mente che la letteratura fantascientifica è, principalmente, letteratura.

Traduzione di Francesco Groggia.

Stanisław Lem (Leopoli 1921-Cracovia 2005), laureato in medicina, si dedicò ben presto alla letteratura, soprattutto di fantascienza, ottenendo un grande successo. In particolare, il romanzo Solaris del 1961 (pubblicato da Sellerio nel 2013), da cui il regista russo Andrej Tarkovskij trasse l’omonimo film (1972), lo rese famoso in tutto il mondo. Tra le sue numerose opere, molte tradotte in italiano: Il pianeta mortoPianeta EdenI viaggi del pilota PirxVuoto assolutoIl pianeta del silenzioIl congresso di futurologia, e, nella collana «La memoria» anche L’Invincibile (2020).

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