Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Michael Zadoorian – Beautiful Music

Michael Zadoorian – Beautiful Music

by Gianluigi Bodi
Michael Zadoorian

Se Rob Fleming (Rob Gordon nel film) fosse stato giovane probabilmente sarebbe stato Danny. Rob è ovviamente il personaggio principale del libro “Alta Fedeltà”, magnificamente interpretato per il grande schermo da John Cusack. Danny invece è il personaggio principale del libro di Michael Zadoorian intitolato “Beautiful Music“.

Intanto per cominciare, “Beautiful Music” qui ha due valenze. La prima, quella che ci spiega Danny è quella a cui è legato il padre. La Beautiful Music è la musica da sala d’attesa, quel tappeto sonoro soffice che serve per dipingere il silenzio di colore, ma senza esagerare. Quella musica messa per essere ignorata dalla maggior parte delle persona. Il padre di Danny era un appassionato di questo tipo di musica ed è questa la musica che entra per prima a casa Yzemski.
L’altra accezione ha a che fare con i gusti musicali di Danny. Una maturazione che passa dalle canzoni passate per radio fino ai dischi dei Led Zeppelin e di Hendrix acquistati nei negozi di dischi mentre bigia la scuola. È questa la sua Beautiful Music.

Danny vive con il padre e la madre. Il padre è una figura presente, è lui a trasmettergli l’amore per la musica. Lavora molto e tiene in piedi casa e famiglia perché la madre passa il tempo davanti alla TV ad inveire verso i presentatori mentre sorseggia il suo fido Canadian Mist (un nome che racconta benissimo la poca lucidità mentale della madre). Poi succede una disgrazia e l’equilibrio familiare crolla Danny è costretto a trovarsi un lavoro, proprio nel momento in cui deve passare all’High School. Per fortuna riesce a togliersi di dosso un po’ di rigidità, trova un amico, si impone, diventa più forte. In altre parole: cresce.
Il tutto con il sottofondo di una Detroit alle prese con gli scontri razziali che dalle strade arrivano fino alle scuole.

È un romanzo di formazione, il libro di Michael Zadoorian. Un romanzo di formazione scritto bene. Un romanzo in cui risalta la figura di Danny. Ragazzino impacciato, imbottito d’ansia e paranoico, che teme di essere obbligato a drogarsi e che all’aria aperta preferisce la sicurezza di uno scantinato e il ritmo costante della costruzione dei modellini. Siccome la vita non è mai come ce la siamo immaginata, Danny passa attraverso a delle esperienze dolorose che invece di abbatterlo lo fortificano.
Il resto dei personaggi che accompagnano Danny stanno un gradino sotto. Sono ben delineati e perfetti nel ruolo che gli è stato affidato, ma splendono meno. L’ingenuità iniziale di Danny, la fatica ad accostarsi a cose nuove, la paura costante con cui convive sono toccanti. In un certo senso ci appartengono. La madre alcolica, l’amico con cui finalmente può parlare di musica, i datori di lavoro fino ad arrivare alle sommosse, sono tutti comparse della personale commedia che vede protagonista Danny. Risplendono di luce riflessa.

Se devo trovare un messaggio a questo libro probabilmente ne troverei uno facile facile: la vita è un casino, ma le cose possono migliorare. Oppure: nonostante tutto vedrai che ce la farai. Una cosa che suona un po’ Age of the Aquarium.
Ma al di là dei facili messaggi e della ricerca della morale a tutti i costi questo libro di Zadoorian va giù che è un piacere. Va giù e rinfranca lo spirito. È una mitragliata continua di buona musica che fa da sottofondo ad una storia dalla costruzione semplice, ma dai risvolti complessi. Una storia che racconta come è difficile crescere e trovare il proprio posto nel mondo soprattutto quando le persone attorno a te, gli adulti che dovrebbero darti ordine ed equilibrio, sono altrettanto privi di appigli. Vi farà piacere sapere che su Spotify qualcuno si è preso la briga di creare una playlist con le canzoni nominata nel libro. L’ordine sembra essere quello di apparizioni, per cui ad un certo punto vedrete esplodere i fuochi d’artificio.

Se dovessi fare una top five dei libri letti quest’anno (tanto per rimanere in area Rob Fleming) direi che “Beautiful Music” sarebbe tra questi. I motivi, come detto, sono molteplici e sono quasi certo che quelli più importanti sono arrivati a livello subliminale.

Affrontate questa lettura e fate il tifo per Danny con me.

Ottima la traduzione di Claudia Tarolo.

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