Sintetizziamolo così: è la cazzata più divertente che ho letto nell’ultimo periodo (un periodo lunghetto).
Sintetizziamolo così: Arrivato libro, aperto libro, letto libro, finito libro. D’un fiato.
E poco importa se il libro supera di poco le cento pagine, trovare il tempo per leggere cento pagine è un’impresa immane in tempi come questi. Avere un libro che ti faccia dimenticare il resto per dedicarti alla sua lettura senza interruzione è ancora più complicato.
“Lo sturangoscia” fa quello che dice il titolo. Fino a che lo stai leggendo non ti va di pensare ad altro. L’Ucraina e la Russia ti sembrano due amici felici, l’ISIS è solo una sigla carina, l’Ebola è stato debellato per sempre e l’Italia e meno Italia di quello che sembra. In questo senso “Lo sturangoscia” ha degli effetti estremamenti positivi sulla psiche. Poi però finisce tutto e ci rimanete male, vi avverto.
Ha senso parlare di trama? In generale ne ha poco, qui ancora meno. Il nucleo del libro è lo sturangoscia, strumento scientifico che, come dice il nome, è in grando di privare chi lo usa di qualsiasi fonte di angoscia. Attorno a questo strumento prende vita un romanzo epistolare che vede coinvolti l’inventore dello sturangoscia, una fantomatica organizzazione cromoterapica, un gruppo di loschi individui (che fa molto setta religiosa) che hanno rubato lo straordinario strumento e ne abusano e altri personaggi che potremmo definire minori anche se alla fine definiscono lo spirito assurdamente surreale del libro.
Questo è un romanzo a quattro mani. I due autori, Davide Predosin e Carlo Sperduti hanno dato vita a “Lo sturangoscia” attraverso un invio incrociato di email. Hanno scritto un romanzo epistolare attraverso un rapporto epistolare e io sono convinto che nessuno dei due avesse idea di dove sarebbe andato a parare l’altro. Cosa che, per inciso, li ha obbligati a dar fondo a tutta la fantasia che possiedono per assecondarsi l’un l’altro. Quando ti arriva una email in cui uno scrive che per facilitare l’uso dello sturangoscia è consigliato bersi due etti di besciamella, che gli rispondi? Quando all’improvviso uno dei due se ne esce con il cromoinvestigatore tu come controbatti?
“Lo sturangoscia” è fantasia, è un gioco tra due autori ed è il piacere di scrivere per divertirsi e divertire. Per quello che mi riguarda hanno centrato l’obbiettivo.
Gorilla Sapiens pubblica libri divertenti, giocosi e surreali. Se cercate tomi di mille pagine con infinite descrizioni e dialoghi filosofici vi direi di non bussare alla loro porta. Se però avete voglia di farvi una risata e farvi sorprendere un gorilla è un ottimo compagno.
Davide Predosin è nato al Lido di Venezia il 26.01.1978. Ha vissuto al Lido, a Mogliano Veneto e a Venezia. Dal 2004 vive e lavora a Roma. Alcuni stupefacenti casi tra cui un gufo rotto è stato il suo primo libro. Alcuni dei suoi racconti sono apparsi, illustrati da Eleonora Marton, tra il 2005 e il 2008, nei quattro volumi del progetto Idiotic Stories for Grown Up Children, per la Loop the Loop Press.
Carlo Sperduti è nato nel 1984. Scrive a Roma, dove si occupa di eventi e laboratori letterari. Suoi racconti sono apparsi in antologie edite da CaratteriMobili e Zero91. Per Intermezzi Editore ha pubblicato Caterina fu gettata (2011), Valentina controvento (2013), Ti mettono in una scatola (2014).
Davvero bella anche la copertina di Elisa Macellari, a me ha ricordato i lavori di Iacovitti, ma non saprei spiegare da dove arriva questa suggestione.
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Grazie della menzione Gianluigi Bodi! Adoro Jacovitti e credo che l’associazione con il mio lavoro fosse inconscia. Il salame a lato delle vignette mi ha profondamente segnato 🙂
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