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La facciata della Libreria Marco Polo di Venezia

La facciata della Libreria Marco Polo di Venezia

Ci sono alcuni luoghi che vanno preservati perché al loro interno un individuo qualsiasi può sentirsi, per un attimo, staccato dal flusso temporale, in luoghi come questi ci si sente protetti perché il tempo, come siete abituati a subirlo, si ferma; e mentre là fuori il mondo scorre ad altissima velocità, per voi, in qualche modo, nulla di tutto ciò ha importanza.
Uno di questi luoghi magici è, per me, la Libreria Marco Polo a Venezia.
Marco Polo era un ambasciatore e un mercante, partì proprio da Venezia per dirigersi in Oriente, attraverso la via della seta arrivò in Cina e le sue gesta sono rimaste immortalate (grazie allo scrittore Rustichello da Pisa, compagno di prigionia) nel libro “Il Milione”, ma in questa libreria che porta il suo nome non è lui ad avere la fortuna di esplorare e viaggiare, siete voi ad essere navigatori di mondi.

La libreria in questione in realtà, un tempo, erano due. Due personalità di una stessa entità. L’altra libreria, quella di cui non parliamo oggi, nasceva come libreria di viaggi (e quale miglior natura con un nome così glorioso)ed è stata chiusa nel 2011 dopo un periodo di crisi da cui non si è risollevata.
Fermatevi un secondo a piangerne la perdita.
Fortunatamente il nome di Marco Polo non è andato perso del tutto e, la seconda parte dell’entità, continua a vivere.
Non la troverete inserita nelle periodiche liste delle librerie più belle del mondo, la libreria Marco Polo è nascosta agli occhi, è la fortunata scoperta di turisti non uniformati alle grandi vie trafficate e di veneziani distratti. Mentre vi dirigente lentamente verso il ponte dei Giocattoli in direzione Strada Nuova vi trovate di fronte alla facciata di una chiesa. Se scivolate lentamente fuori dal flusso, imboccando la calle che da sulla destra, scoprirete, incastonate in un angolo, due vetrine e una porta. Dietro a quella porta ci sono due minuscole stanze ed un piccolo banchetto e dietro al banchetto, il titolare*. Ma soprattutto, quello che troverete sono scaffali e scaffali di libri stipati.
Eccovi, circondati dai libri, libri in lingua inglese, in tedesco, in francese, in italiano. Libri nuovi e remainders, libri usati che hanno una storia dietro che quella che raccontano le righe scritte forse non è nemmeno la più interessante. Libri che raccontano la personalità di chi li ha comprati, letti e poi ceduti alla libreria. Libri che ti fa voglia di leggere perché sono vissuti, profumano di vecchio, sono ingialliti, a volte hanno le rughe, sono come il nonno e la nonna quando ti raccontavano una storia per farti dormire.
E poi c’è la panca rossa che non solo è un invito alla lettura, ma è un porto sicuro in cui l’avventore casuale può fermarsi e rifiatare, perché Venezia ti toglie il fiato. Ma per chi, come me, adora il tempo dilatato creato dalla lettura di un buon libro, non c’è niente di meglio che sentire la panca rossa scricchiolare sotto il mio peso mentre sfoglio qualche libro che alla fine porterò a casa con me.

C’è qualcosa di solennemente perfetto nel sapere che un viaggiatore le cui gesta sono arrivate a noi attraverso un libro, dia il suo nome ad una libreria. Sembra esserci un equilibrio poetico che accosta Marco Polo a tutti coloro che si fanno trasportare dalla magia di un buon libro.
Se abitare a Venezia e ancora non la conoscete, se siete turisti in procinto di godervi qualche giorno nella città museo più umida del mondo, fateci un salto. Se non doveste trovare il libro che fa per voi, sappiate che anche una breve chiacchierata con il titolare potrebbe risollevarvi la giornata.

*Ora, il titolare meriterebbe un post a parte che in minimo duecento righe descriverebbe la passione con cui porta avanti un lavoro reso quasi impossibile dalla burocrazia. Ma siccome stiamo parlando della libreria e non del proprietario, vi rimando al link del sito curato direttamente da lui in cui potrete leggere la quotidiana lotta tra chi a deciso di farsi una vita tra i libri e il resto del mondo.

P.S. A scanso di equivoci: non è una marchetta, non mi pagano per scrivere questo post e il titolare non ha nemmeno idea di chi io sia.

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