In Pausa – Andrew Smart

by Gianluigi Bodi

Paratesto:
Consigli per usufruire del libro nel modo migliore. Recarsi in un parco. Addocchiare due alberi abbastanza robusti, ad una distanza media di 2/2,5 metri. Piazzare un’amaca. Distendervici sopra. Leggere venti pagine e poi fare un pisolino. Ripetere fino al termine del testo.

OR Book Going Rouge

Testo:
Non mi azzarderei a chiamarlo saggio scientifico, ma ci va molto vicino. L’idea alla base di “In Pausa” di Andrew Smart è molto semplice. Smettiamola di sovraccaricare il nostro cervello. Smettiamola di impegnare ogni singolo secondo della nostra vita, magari leggendo tonnellate di libri sul “Time Management“. Apparentemente il vostro cervello funziona meglio quando non fate nulla. E quindi “In pausa” è, in fin dei conti, un elogio dell’ozio che prima di voi ha contagiato gente del calibro di Reiner Maria Rilke e Newton. Già, Newton, quello della mela che cade dall’albero e che poi si “inventa” la forza di gravità, proprio lui. Se ci pensate, dove stava mentre la mela cadeva? Stava sotto ad un albero, bello disteso e pacifico a pensare ai fatti suoi, immerso nella calma e, appunto, nell’ozio.
Andrew Smart alterna aneddoti come quello appena descritto e dati scientifici per renderci partecipi del fatto che quando ve ne state persi nelle vostre fantasie c’è una rete fantasma nel vostro cervello che lavora molto di più di quando state davanti allo schermo del computer e vi sforzate di far quadrare una formula su un foglio Excell. Ora, io non avrei assolutamente bisogno che qualcuno mi dica che oziare un po’ non fa affatto male e anzi aiuta a rafforzare le informazioni appena ascoltate perché sono un estimatore del riposino sistematico da molti anni, certo che sentirselo dire da qualcuno che all’affermazione aggiunge anche dei dati scientifici non fa certo male all’ego. Visto, mamma, non stavo dormendo, stavo solo ripassando la lezione!
“In pausa” non è affatto un testo pesante da leggere, ed è uno dei motivi che mi spingono a non considerarlo un vero saggio scentifico, ma più un testo divulgativo. Probabilmente anche l’autore non ha mai avuto intenzione di dare alla luce un mattone illeggibile, si è piuttosto premurato di confezionare qualcosa di facilmente digeribile che fornisse nozioni sufficienti ad incuriosire il lettore e dargli una base da cui poi proseguire e ricerche sul tema.
Se anche voi, come me, siete amanti della calma e dei ritmi blandi, “In pausa” è il libro che fa per voi.

Coordinate:
Andrew Smart è un ricercatore alla New York University e all’Honeywell Aerospace e visto il soggetto del libro direi che deve aver ricercato con molta molta calma. “In Pausa” è il suo primo libro, per il secondo probabilmente dobbiamo aspettare che si svegli dal letargo.

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La casa editrice che porta in Italia questo testo molto interessante è Indiana, come devo aver già detto, non sono nati da molto e non hanno un catalogo smisurato, ma tutti i testi che pubblicano, sia di narrativa che di saggistica divulgativa sono piccole perle rare. Testi non comuni, di nicchia, se vogliamo, nicchia in modo intelligente che non si conforma alla massa. “In pausa” esce nella collana Schegge.

La traduttrice è Francesca Toticcchi, alla quale va dato merito di aver affrontato brillantemente un testo che porta le sue difficoltà maggiori nell’uso di una certa terminologia medica di non facile comprensione (per alcuni termini vi potrebbe servire il dizionario). Ha bilanciato egregiamente la parte più discorsiva, colloquiale, quella degli aneddoti per intenderci, con la parte tecnica. Bravo!

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