Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Il doping e quel vizio ital-andreottiano

Il doping e quel vizio ital-andreottiano

by senzaudio

Detestato, vituperato, criticato, biasimato, temuto, rispettato e citato. Giulio Andreotti, il Divo della politica italiana, è stato tutto questo, la persona che ha incarnato più di tutto l’archetipo del democristiano tout court, il politico che ha vissuto 50 anni di storia della Repubblica Italiana tenendo, lui assieme ad altri, le redini del comando. Una delle principali qualità di Giulio Andreotti risiede nel conoscere profondamente, in maniera quasi viscerale, identità e pensiero dell’italiano medio dimostrando così di avere piena percezione dei pensieri e dei bisogni di gran parte dei suoi concittadini.

Un po’ di quella saggezza cosiddetta popolare la si ritrova in quelle breve battute diventate poi degli aforismi che hanno caratterizzato l’eloquio andreottiano. “Il potere logora chi non ce l’ha”, frase rilanciata da Andreotti, “meglio tirare a campare che tirare le cuoia” sono due esempi di affermazioni diventate in seguito quasi dei proverbi. Tra queste, c’è la celebre “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”, un concentrato del classico modo di ragionare italiano. In primis, il chiacchierare sugli altri, lo spettegolare che rappresenta la fortuna di chi si occupa gossip. Non basta, perché bisogna poi adombrare sospetti, intravedere il male per spiegare le gesta degli altri. Purtroppo, lo facciamo anche senza avere nessun fondamento, nessuna prova razionale e pratica.
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Una frase che calza a pennello per Usain Bolt e Chris Froome. Il primo non ha bisogno di presentazioni, è l’atleta conosciuto in tutto il mondo, l’uomo ghepardo, l’essere umano più veloce sulla Terra. Dicono: possibile che vada così veloce senza qualche aiutino? Fino a prova contraria, sì e per questo va applaudito. Il secondo è un ciclista keniota naturalizzato britannico che ha letteralmente cannibalizzato l’ultimo Tour de France battendo record su record e andando più veloce, sia in salita che in cronometro, dell’ex mito Lance Amstrong. Apriti cielo: ci sarà sicuramente qualcosa di illecito dietro questi strabilianti performances. Anche qua, zero sospetti, solo chiacchiericcio.

Gli ultimi recenti fatti di cronaca sportiva ci hanno fatto chiaramente intendere che il cancro del doping è ancora lontano dall’essere sradicato dalla mentalità di parte degli atleti, ma l’antidoping ha dimostrato di saper pescare chi bara. Ed è questa la notizia più bella per chi ama lo sport. Purtroppo, però, il tarlo del dubbio sarà sempre vivo ed è per questo che tutti gli sportivi devono isolare chi, ancora oggi, ricorre a sotterfugi per volare.

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