Grandine – Francesco Rago

by Claudio Della Pietà
Francesco rato

“Ogni rapporto a due non è altro che una specie di contenitore che nell’ordine naturale delle cose deve per forza arrivare a cento: quando uno mette dieci, l’altro deve bilanciare e mettere novanta. Questo disequilibrio è la causa universale dell’infelicità.”

Ci sono libri che io definisco potenti, di una potenza inusuale, che lasciano tracce che si fossilizzeranno, che lanciano messaggi nell’iperspazio, che corrodono la carta su cui vengono stampati, e allora conviene fin d’ora trascriverne le pagine come i monaci e “Il nome della rosa” e nasconderle nell’orto di casa, al riparo dalla Grandine. Che titolo ! Già quello, come si suol dire, è tutto un programma, di successo, ma dovrete aspettare un po’ per capire il perché.
Tornando alla potenza del romanzo, ho fatto questa considerazione perché Grandine, scritto da Francesco Rago, edito da La Gru edizioni, mi ricorda un romanzo che mi ha lasciato un bel segno: La versione di Barney, di M. Richler.
La struttura del romanzo presenta due elementi speculari, mentre il protagonista della storia mi ricorda un po’ il personaggio principale di un altro gran libro, Finché dura la colpa, di Crocifisso Dentello.
I due elementi che mi inducono a paragonare i lavori di Richler e Rago (tutti e due iniziano per “R”, terzo elemento di cui mi accorgo mentre scrivo), sono la tre parti in cui si dividono entrambe i romanzi, corrispondenti di fatto alle tre donne con cui hanno una storia i protagonisti, e secondo e più interessante elemento comune, la necessitò di leggerli, fino all’ultima pagina, oserei dire fino alle ultime righe.
Applausi dunque a Francesco che mi ha dato l’opportunità di leggere questo bel romanzo.
Avrete capito ormai che si parla di storie tra uomini e donne, ma non solo, i tempi sono cambiati. Un uomo, tre donne (4) e un prologo eccezionale, che dopo aver letto anche solo quello, credo che molti di noi, uomini e donne, ma soprattutto uomini, saranno soddisfatti e diranno: “Già ! Sono io.”
Se così è, buttatevi nella lettura di Grandine, leggete la storia di Leone, un ragazzo cresciuto da una delle tante coppie di “finti genitori”, che si costruiscono un “finto figlio” portandolo ad un “finto matrimonio”, che produrrà un vero fallimento.
Il fallimento di un matrimonio, scusate il paragone economico, ma produce spesso o quasi sempre sui protagonisti della vicenda, la stessa macchia che la Camera di Commercio, imprime sulle aziende che falliscono. Un vero tatuaggio, che ti rimane addosso, così come succede a Leone, tutt’altro che un vero leone. Fallito il matrimonio con Martina, personaggio che mi ha fatto incazzare parecchio insieme a Leone, lui sta per cascare nel secondo, ma questa volta, prima
di “buttare la vita nel cesso”, come gli disse quel diavolo di padre in occasione del primo, si ferma in tempo.
Ma ?! I proverbi dicono spesso gran verità, e non c’è due senza tre. Un uomo, tre donne (4) e, la grandine.
Leggete questo bel romanzo, scritto bene, reale, quotidiano, storia di tutti e per tutti, equilibrata ma appunto potente, potente.

“Mi facevo tristezza da solo. Ero chiuso in un vicolo cieco e mi chiedevo in continuazione fino a dove mi avrebbe spinto questa forza d’inerzia dalla quale non riuscivo più a liberarmi. Per tutta la vita avevo avuto la presunzione di poter percorrere strade alternative, ma mi ero preso in giro da solo.”

Francesco Rago nasce nel 1979 in provincia di Piacenza, città nella quale tuttora risiede. Laureato in Scienze della Formazione. Debutta con La porta del mare (0111Edizioni, 2009) seguito da Dolce come il piombo (Montag, 2011) e da Il compleanno di Eva (Parallelo45, 2012). Per la Gru licenzia Grandine nel 2015.

 

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