Gossip pallonaro

Se mai dovessi aprire un bar, non lo chiamerei di certo “Bar Sport”. Aveva senso negli anni Sessanta e Settanta, quando ci si incontrava con gli amici, e tra un bicchiere l’altro, si dava una occhiata alla Gazzetta e si discuteva, anche litigando, dell’ultimo turno di campionato e della salita al Galibier. No, ora davvero che significato ha? Il “Bar Sport” è ovunque, dovunque. Nella vita reale, come in quella sociale, alimentata da giornali, televisioni e siti internet, a maggior ragione nel mese di giugno. Sì, giugno è il mese del gossip pallonaro, pallonaro perché si occupa del calcio, ma in realtà è pallonaro perché racconta una palla dietro l’altra. E’ un continuo susseguirsi di esclusive, di indiscrezioni, di anticipazioni che si rincorrono formando quel chiacchiericcio che fa da sottofondo alla nostra estate.

Nulla di male, è legittimo provare a soddisfare la fame calcistica degli italiani, è sbagliato il modo in cui spesso lo si fa, ed è ancora decisamente più sbagliato il comportamento di coloro che credono a tutto quello che viene scritto o detto. Non c’è minima riflessione, nessuna ponderazione: vale per il calcio, ma è un ragionamento che va applicato a qualsiasi altro campo. Si parte dal presupposto che gli italiani vogliano questo, senza provare a proporre qualcosa di diverso puntando sulla attendibilità e serietà.

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