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Declino e caduta di praticamente tutti. – Will Cuppy

by Claudio Della Pietà

“Declino e caduta di praticamente tutti, era rimasto per quattro mesi in classifica sul New York Times…” “E’ il libro di storia dell’anno.” “Gli studiosi apprezzarono la sua estrema accuratezza, mentre ai critici e ai profani piacque moltissimo il suo humor, senza forse realizzare che tutti gli episodi raccontati corrispondono a quanto è realmente accaduto.”

Queste tre affermazioni risalgono al 1950, e si trovano nella postfazione di Thomas Maeder al libro “Declino e caduta di praticamente tutti” di Will Cuppy, istituzione dell’umorismo americano.
Ciò che Thomas Maeder riporta, corrisponde in modo esatto a quanto ha suscitato in me la lettura di questo saggio storico pubblicato in Italia da “add editore” già nel 2013, ed alla terza edizione nel 2017.
Come ho detto si può definire un saggio storico, o più precisamente una raccolta cronologica di biografie storiche, in alcuni casi molto dettagliate, ma scritte da un umorista, e un umorista di riferimento per il mondo letterario, che ha saputo e voluto dare un tono quanto più simpatico, allegro, e brioso possibile alla sua narrazione, anche se si parla di personaggi notissimi, determinanti nell’evolversi della storia dell’uomo e del mondo intero. Si potrebbe definirla una satira di lusso.
La successione delle biografie è scandita da una suddivisione principale in periodi storici, ma anche in zone geografiche, per concludersi con un vagabondaggio apparentemente casuale tra Cristoforo Colombo, Montezuma e altri personaggi curiosi che ho avuto modo di conoscere per la prima volta, in una sorta di “ritorno al futuro” personale.
Si inizia conoscendo bene Cheope, nome dato dai greci all’originale Khufu o Hwfw, ingiustamente definito un tiranno crudele, e si comprende subito e in maniera fin troppo evidente, come sia stato facile costruire le piramidi: vi assicuro che parliamo di un inizio molto esilarante, e da qui in poi sarà sempre “peggio”, cioè vi divertirete un sacco. Divertente secondo me è anche il modo in cui Cuppy sceglie di chi parlarci, di chi svelarci usi, costumi e pratiche più o meno discutibili e originali. Per esempio, fermandoci all’Egitto, dopo averci raccontato le peripezie di Cheope, spero noto ai più, ci presenta la regina Hatshepsut. Avete mai avuto il piacere? Io ci starei un po’ attento.
Sappiamo tutti come la donna storicamente sia stata poco valorizzata e tanto meno rispettata, e di come la storia prosegua imperterrita ancora oggi, ma come si dice, attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio, soprattutto fra la “nobiltà”. Troverete fra le pagine non pochi uomini decapitati, avvelenati, accoltellati o in qualche altro modo gentile, eliminati da mogli e amanti.
Il titolo della seconda parte poi, dice già molto del contenuto: “Antichi greci e altre sciagure”.
Ogni epoca storica, ogni personaggio, uomo o donna, si sono trovati di fronte alle proprie sciagure, e spesso, e talvolta volentieri, sono state trasferite sui più deboli. Leggendo questo libro, abbiamo la possibilità di fare un bel ripasso della storia, con informazioni come già dicevo molto dettagliate che l’autore ci fornisce, ma a questo si aggiunge il renderci nota una grandissima sciagura proprio mentre ci racconta la storia.
Sto parlando della frequente mancanza di coerenza, se non addirittura di verita dei resoconti storici. E questo stile ironico si presta molto bene a comunicare situazioni o casi dati per assodati, e che mai metteremmo in discussione. Il libro è istruttivo e spassosissimo, un mix che rende la lettura piacevolissima, ed invita all’approfondimento di eventi e personaggi affascinanti.
Un’ultima cosa. Solo una persona sorda e cieca, intellettualmente parlando, potrebbe negare che quelli attuali siano tempi drammatici, e apparentemente in ulteriore peggioramento più che il contrario. Ma la lettura del libro di Will Cuppy, libro che abbraccia migliaia di anni di storia, ci mostra chiaramente che periodi drammatici ce ne sono stati molti e sono stati anche superati seppur con danni più o meno evidenti. Ci invita perciò, tra le righe, a fare uno sforzo in più per prenderci qualche volta un po’ “in giro”, a non fermarci davanti a fatti che pesano molto poco, a dare attenzione a ciò che conta veramente, a ridere letteralmente in “faccia” a situazioni insignificanti.
La vita è difficile, ma ciascuno di noi può metterci un pizzico di umorismo alla Cuppy per renderla un po’ più accettabile.
Ve lo dice un pessimista nato. Buona lettura.
Claudio.

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