Cresceremo mai?

by senzaudio

Non si può più nemmeno festeggiare. La tua squadra del cuore ha appena vinto il campionato, prendi la macchina, ti porti dietro una bandiera e vai in giro in centro a fare un po’ di casino. Lo hanno fatto domenica milioni di tifosi juventini sparsi per l’Italia, ma quel ragazzo di Perugia mai si sarebbe potuto aspettare di essere aggredito a calci e pugni da un gruppo di tifosi. La Digos ha individuato i responsabili – sarebbero 8 sostenitori del Perugia – e li ha denunciati. ascoli

Il nostro calcio genera emozioni positive, ma sta diventando sempre più paragonabile  incubatrice di odio. Sembra quasi impossibile, inaccettabile essere di una città, ma non fare il tifo per la squadra che la rappresenta: diventi un cittadino di Serie B. Troppi insulti, non solo allo stadio, su siti, sui social netowork: ovunque ti giri, è sempre più una battaglia. Per quello che è sport, divertimento, ma che sta diventando una ragione di vita con fazioni in guerra.

C’è poi un sottomondo particolare, quello degli ultrà, che non può essere etichettato facilmente. Gli idioti e i deficienti si trovano ovunque, diciamo che tra i sostenitori più passionali è più facile trovare teste calde. Non c’è nessuna giustificazione razionale a quanto successo a Bergamo, con tifosi della Juventus accolti con una bomba carta, continui scambi di fumogeni tra settori all’interno dello stadio, fumogeni che non dovrebbero nemmeno entrare in un impianto sportivo. Cosa si può dire, poi, di quei tifosi dell’Ascoli che sul campo d’allenamento hanno piantato undici croci? Ormai, il limite è stato davvero superato. Le leggi ci sono, vanno applicate. Non ci sono altri discorsi, scuse, eccezioni o altro: occorre davvero una severa osservanza delle regole.ataju

Chi, invece, si è comportato nell’occasione in modo impeccabile, sono stati i tifosi del Torino, arrivati a fischiare la propria squadra, perché ha messo in scena una farsa, assieme ai colleghi del Genoa, portando a casa il pareggio che va bene a tutti e salva la categoria. E’ la regola del “meglio due feriti, che uno morto”, è una legge che nel calcio vale, è una regola che quando viene messa in pratica non scandalizza molto i giornali, ma quando viene “annunciata” provoca una caccia alle streghe puerile.

C’è molto lavoro da fare per portare lo sport italiano ai livelli europei. Non è solo questione economica, ma tutto, come spesso accade, parte dall’educazione e dalla responsabilità dei singoli individui. Chi sbaglia, deve pagare.

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1 comment

Marco Virando 9 Maggio 2013 - 15:28

Articolo semplicemente perfetto. Complimenti.

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