Paratesto:
Quell’uomo in piedi davanti a voi, che con lo sguardo sovrasta la città ha dei poteri. Il primo potere è il tenervi incollati alle pagine del libro che andrete a leggere. Il secondo potere, che esercita all’interno di quelle pagine, è influire sui destini di tutti gli abitanti di Girifalco. Il suo sguardo osserva ogni strada, ogni portone, ogni persona. Con il suo sguardo vi guarda dentro e vi scruta l’anima.
Testo:
C’è una cosa che mi è chiara da un bel po’ di tempo. Una cosa che riguarda me come lettore. Quando uno scrittore riesce a fondere il suo retaggio dialettale con la lingua italiana, quando riesce a farlo senza che l’italiano ne risulti appesantito, senza che ci sia un alone di artificiosità, senza che io quasi mi accorga di leggere parole del dialetto Girifalchese, allora, in quel caso, so che mi innamorerò di quello che sto leggendo e lo difenderò a spada tratta.
Per fortuna, credo che non avrò necessità di rimboccarmi le maniche e fare a pugni per difendere l’onore di “Breve trattato sulle coincidenze” perché mi è già giunta voce che il libro sta riscuotendo il giusto successo e perché, con una credenziale come il Premio Calvino 2013, una mia qualsiasi critica positiva non potrebbe spostare di un millmetro l’ago della bilancia che già propende verso il positivo.
Ed io però continuo a fissare la copertina e ad immaginarmi che quell’uomo lì sia il timido postino di Girifalco. Il postino silenzioso che scivola tra le strette vie del paese e porta la corrispondenza ai suoi concittadini, che prima di portala però la apre, la legge e la trascrive, perché una vita (la sua) forse non gli basta e allora vuole viverne altre di vite, vuole vivere le vite di tutti quelli che stanno a Girifalco. Lo vedo come un angelo custode, il postino, qualcuno che osserva con un certo distacco e controlla che tutto scorra nel verso giusto, che di regola non interviene, ma che se serve una spintarella a fare combaciare i pezzi messi lì dal destino, non si tira indietro.
Veglia su Girifalco il postino triste e mentre lo fa scrive un piccolo trattato, qualcosa di personale, una lista lunghissima di piccole coincidenze. Perché le coincidenze sono lì per essere viste e qualcuno le deve trascrivere.
Domenico Dara è un esordiente, porta con sé la menzione del premio Calvino 2013 ed è sicuramente un attestato di bravura. Ma anche se non fosse passato per il Calvino, anche se vi fosse capitato di aprire questo libro per caso, perché per caso è finito sullo scaffale di un megastore librario, vi rendereste subito conto che questo libro ha dei meriti tutti suoi che non hanno nulla a che vedere con ciò che un critico o un premio famoso possono dargli. Domenico Dara ha un dono speciale, sa scrivere come Dio comanda, sa infondere in ogni frase una sorta di magia, sa distillare il passato, la lentezza di un piccolo paese del sud, la calma timidezza del postino e tutte le vite delle persone di Girifalco nelle frasi che compongono il libro.
E’ pura letteratura la sua, senza orpelli, senza fronzoli, senza botti e soprese psicadeliche. L’amore che voi nutrite per la letteratura lui l’ha infuso nel libro che si chiama “Breve trattato sulle coincidenze”.
Io davvero non so come si faccia a non leggerlo.
Coordinate:
Non è la prima recensione che faccio su un testo pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti. Anzi, cominciano ad essere parecchie. Forse ho avuto fortuna, tutti i libri che ho letto e che provengono da questa casa editrice mi sono piaciuti. Mi sono piaciuti veramente, nel senso che li consiglierei ad un amico e probabilmente, tempo permettendo, me li rileggerò pure. Magari invece non sono stato fortunato, magari per loro, pubblicare ottimi libri, è una prassi comune. Magari c’hanno occhio, magari, semplicemente, sono bravi a fare il mestiere che fanno. Darci da leggere.
Domenico Dara è un esordiente, uno di quei esordienti che ti auguri faranno tanta strada per poterli un po’ accompagnare. Ha trascorso i primi anni della sua vita a Girifalco, paese nel quale è ambientato il suo bellissimo libro poi il destino e il lavoro l’hanno portato al nord per cui ora è in Lombardia. Immagino, da come ha descritto Girifalco, che il distacco non sia stato indoloro. “Breve trattato sulle coincidenze” è stato finalista al premio Calvino 2013.