Mettiamo che un giorno qualcuno mi chiedesse di descrivermi, buona parte degli aggettivi che userei apparterrebbero ad una lista pensata per me e per tutte le cose che abitano la terra. Potrei essere robusta come un albero secolare, dolce come il miele lavorato dalle api, profumata come il fiore di campo, profonda come il mare nero ed alta come cime innevate. Mettiamo che un giorno io sentissi il bisogno di fermarmi a riflettere sul motivo per cui il confronto più immediato è con le cose che, circondandomi, abitano questo posto da molto più tempo di me, troverei una risposta nel bisogno primario di mimetizzarmi, assomigliare ad un’entità nota per calarmi nella comunione; troverei una risposta nell’ aura che circonda le cose del mondo di cui anche io voglio far parte, nella grazia della scoperta che un albero ha le mie stesse forme, nell’armonia d’essere una fra tanti, unica ed irripetibile.
Ayoub Saouab è un giovane fotografo marocchino che tutte queste cose se l’è chieste e ne ha ottenuto la sincerità del ritratto; i suoi soggetti posano con l’anima in bella vista ed hanno la volta celeste al posto degli occhi.
5 comments
Ayoub Saouab – Monologue du potrait:
Mettiamo che un giorno qualcuno mi chiedesse di descrivermi, buona parte… http://t.co/XeEWwgaXBj
La foto di oggi @angelaeangela http://t.co/bKRpSANnH7
Di ritratti, aggettivi e unicità, #MonologueduPortrait: http://t.co/0aw27hl1CF @AngelaeAngela @Senzaudio @ilPostFoto #rubricafotografica
RT @franfoll: Di ritratti, aggettivi e unicità, #MonologueduPortrait: http://t.co/0aw27hl1CF @AngelaeAngela @Senzaudio @ilPostFoto #rubrica…
Claudio Ruotolo liked this on Facebook.