In questi giorni è ricominciata una discussione sui vaccini, per la loro efficacia e pericolosità; le polemiche si sono accese in seguito a delle morti sospette legate proprio a questa profilassi contro ( in questo caso ) il virus dell’influenza. Per capire meglio la situazione, vorrei spiegare come sono composti i vaccini e come vengono usati solitamente nella profilassi delle malattie.
Solitamente, nei paesi occidentali, le vaccinazioni più importanti vengono fatte in età pediatrica, contro malattie come poliomielite, difterite, pertosse, tetano, epatite, meningite, pneumococco ecc…
Grazie ai vaccini, molte di queste malattie sono completamente scomparse dai nostri paesi e, come nel caso del vaiolo, praticamente da tutto il mondo. I vaccini sono efficaci su batteri e virus che non siano capaci di variare frequentemente le loro strutture di membrana ( in modo da evitare le difese del sistema immunitario ). Per questo motivo, il vaccino antinfluenzale, ad esempio, deve essere riformulato ogni anno sui ceppi di virus rilevanti e diffusi nella popolazione, al contrario, per vaccini come l’anti polio il siero non presenta sostanziali differenze negli anni.
I primi vaccini, consistevano in batteri che venivano coltivati in vitro e uccisi, quindi iniettati nei pazienti che sviluppavano l’immunità; oppure si usavano microorganismi vivi, coltivati e modificati in laboratorio ( i cosiddetti “ceppi attenuati” ), questa scelta era necessaria per quegli agenti patogeni che creavano una risposta nel sistema immunitario solo da vivi. Con il tempo però si sono sviluppati diversi sistemi per rendere più sicuro il vaccino e creare una risposta maggiore nel sistema immunitario. La biologia molecolare e i progressi nella medicina hanno fatto grandi passi avanti in questo settore, grazie infatti alle ricerche su come risponde il sistema immunitario alle malattie e sopratutto all’individuazione dei “target” molecolari usati dai nostri anticorpi e globuli bianchi, sono stati creati dei sieri che contengono solo le proteine bersaglio riconosciute dal sistema immunitario e si sono sviluppati vaccini contro i virus, molto efficaci e con un ampio spettro di immunizzazione. Oggi quasi tutti i vaccini sono creati in questo modo, oltre alle proteine bersaglio, sono aggiunte delle sostanze che aumentano la risposta del sistema immunitario, in modo da allertare le difese del corpo umano contro questi patogeni. Come avvengono le reazioni gravi ai vaccini? I casi possono essere due. Se il paziente trattato ha una predisposizione per una risposta anomala al virus o al batterio ( ad esempio nel morbillo si possono avere casi di complicanze, molto rare, che portano ad encefalite ) anche le proteine (batteriche o virali) contenute nel vaccino, possono scatenare le stesse reazioni ( ma con percentuali e gravità molto minori ); in questo caso però i fattori che portano a queste conseguenze sono talmente vari ( predisposizione genetica, malattie pregresse, condizioni alimentari ecc…) che non sono prevedibili. Nel caso in cui siano altri elementi all’interno del vaccino a creare la risposta anomala, si possono ( almeno in parte ) prevenire i problemi conoscendo la storia e le caratteristiche del singolo individuo ed individuando fattori di rischio rispetto alle sostanze contenute nella soluzione da somministrare. Per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale, l’alta percentuale di casi riscontrata in poco tempo, fa pensare ad un problema nella formulazione del vaccino che, come detto sopra, viene cambiata ogni anno; ed infatti l’agenzia del farmaco ha ritirato subito i lotti sospetti per prevenire altri casi ed indagare sulle cause di questi decessi. Vorrei fare un ultima precisazione su un caso parallelo che continua a far discutere e cioè l’ipotesi che i vaccini siano responsabili di casi di autismo. Come precisato da diversi medici, dopo le prime accuse derivate da un caso in Inghilterra ( che attualmente si sta ridiscutendo ), sono stati fatti diversi studi su una possibile relazione tra vaccini ed autismo ( tutti reperibili on line su riviste del settore pediatrico virologico e per la maggior parte consultabili su portali come “pubmed”; portati avanti da almeno 7 paesi in tutti il mondo), in America poi, il CDC con l’ultima ricerca pubblicata nel marzo 2013 sul Journal of Pediatrics (Increasing Exposure to Antibody-Stimulating Proteins and Polysaccharides in Vaccines Is Not Associated with Risk of Autism) conferma che non c’è una evidenza di correlazioe in linea con le altre numerose analisi scientifiche. In oltre, data la particolare complessità di una patologia come l’autismo ( in cui entrano in gioco fattori genetici, ambientali e psicologici ) non è un unico fattore, come la vaccinazione, la causa esclusiva di questa sindrome.

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