Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Sandrine Collette – Resta la polvere

Sandrine Collette – Resta la polvere

by Gianluigi Bodi
Sandrine Collette

“Si pensa naturalmente a William Faulkner” dice Le Monde sulla copertina di “Resta la polvere” di Sandrine Collette” e ti sembra una di quelle solite esagerazioni usate in editoria per promuovere i libri. Poi il libro inizi a leggerlo e capisci il perché di quell’affermazione che ti trova d’accordo. L’altra cosa a cui pensi è: ma quando questo libro è uscito ne hanno parlato? Ne hanno parlato abbastanza? Perché se non ne hanno parlato abbastanza c’è qualcosa che non funziona perché tu, dopo averlo letto, vorresti consigliarlo a tutti quelli che amano la lettura. Lo vorresti consigliare anche a chi sai che non legge.

“Resta la polvere” è la storia di una famiglia alle prese con il territorio della Patagonia e con le difficoltà che si riscontrano allevando il bestiame. Questo è il contesto. In realtà è una storia di una madre, di un padre che è sparito e tutti dicono che non tornerà più e di quattro fratelli. Due dei quali gemelli. I gemelli prendono di mira i più piccoli con una cattiveria e una crudeltà che in qualche modo sembra ricalcare la stessa crudeltà spietata che il panorama desolato mostra nei confronti della famiglia. Ci sono fatti di sangue, ci sono brevi alleanze, attimi di pace che sembrano durare all’infinito anche se sai perfettamente che non dureranno che lo spazio di poche pagine e c’è una madre che non mostra alcuna empatia nei confronti dei figli fino al punto di commettere azioni che fanno attorcigliare lo stomaco. È il piccolo Rafael il personaggio con cui ho legato di più. Un personaggio per cui provo contemporaneamente un’indicibile pena e che mi fa accapponare la pelle.

“Resta la polvere” è una saga familiare in cui i rapporti vengono ridotti all’osso. La madre cerca di temprare i figli per farli resistere ad un mondo duro e spietato, per farli sopravvivere in mezzo alle lande desolate. Sembra quasi che i personaggi siano costituiti della stessa materia con cui sono fatte le rocce e le sterpaglie. Sembra che, proprio come la natura che ricopre quella regione desolata loro abbiano ben chiara un’economia di fondo in cui nulla può essere lasciato al caso, nulla va sottovalutato pena la disfatta. Ed infatti, non appena uno dei protagonisti fa un passo falso viene punito in maniera superiore alle proprie colpe. Non c’è giustificazione, ogni errore, anche se causato dall’esterno, va pagato duramente. Solo così la terra potrà decidere di risparmiarti.

La scrittura di Sandrine Collette è fredda e spietata, è misurata e scarna. L’unica scrittura possibile per raccontare una storia di questo tipo. Come dicevo all’inizio io spero che di questo libro se ne sia parlato e se ne parli ancora perché al di là degli ovvi rimandi all’opera di Faulkner “Resta la polvere” è un libro che ha la dignità di stare in piedi da solo e di essere letto con estremo piacere.

Traduzione di Alberto Bracci Testasecca.


Sandrine Colette è nata a Parigi nel 1970. Ha studiato letteratura, filosofia e scienze politiche, divide il suo tempo fra l’università di Nanterre, dove insegna, e il suo allevamento di cavalli nel Morvan, in Borgogna. Fra i suoi romanzi ricordiamo Des Noeuds d’acier (2012, vincitore del Grand Prix de littérature policière), Un vent de cendres (Présélection Prix des lecteurs Quais du polar), Six fourmis blanches (2015). Con Resta la polvere (Prix Landerneau du polar) viene pubblicata per la prima volta nel nostro paese.

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