Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Mimmo Sammartino – Il paese dei segreti addii

Mimmo Sammartino – Il paese dei segreti addii

by Gianluigi Bodi
Mimmo Sammartino

Leggere significa farsi rapire.

 

Quando mi capitano tra le mani libri del genere sono felice. Felice perché leggendo vengo rapito da qualcosa a cui non so dare una forma precisa. Probabilmente seguire con gli occhi queste righe d’inchiostro mi permette di ricordare il passato. Rivedere davanti a me alcuni personaggi della mia infanzia, personaggi che con un terreno migliore sarebbero anche in grado di essere storie da raccontare.
Il paese dei segreti addii” di Mimmo Sammartino è un libro di una poeticità meravigliosa. Con una scrittura sempre in equilibro tra la poesia e la prosa Sammartino ci regala il ritratto di un paese che sta lentamente svanendo. Sbiadendo al sole. La carrellata di personaggi che abitano queste pagine è pura compagnia. Parlare di uno di loro significherebbe far torno agli altri, ma come dimenticare Habel, Michele il mutilato, il maresciallo Merluzzo e Don Ammèn? Come dimenticare poi l’anima di Pietrafiorita, questo piccolo borgo, questo guscio che si sta lentamente svuotando e non può far nulla per contrastare l’esodo. Un paese minuscolo, chiuso in sé, eppure testimone involontario di quanto succede all’Italia in quegli anni.
Ci viene raccontata la disperazione, la morte, la speranza, la guerra, la perdita, il pregiudizio e l’orgoglio. Ci viene raccontata com’è la vita e forse, ogni tanto, ci farebbe bene ricordarlo.
Nel leggere “Il paese dei segreti addii” ho captato una certa magia, un filo conduttore che collega quest’opera a (mi si perdonerà il paragone ingombrante) quelle di un tale di nome Gabriel Garcìa. Sammartino racconta la realtà in modo da farla diventare leggenda e soprattutto racconta un paese attraverso le storie delle persone che lo hanno abitato. Tutte persone incomplete, con delle mancanze, a volte fisiche a volte caratteriali, tutti personaggi veri e sanguigni.
A volte mi capita, quando leggo, di immaginarmi una scena, qualcosa che rispecchi l’idea che il libro ha impresso nella mia mente. Nel caso de “Il paese dei segreti addii” non riesco a togliermi dalla testa un bar, un pergolato verde e rigoglioso, l’immobilità del dopo pranzo, con il sole che cerca teste da spaccare, le mosche che volano piano per la calura e, in tutto il paese, non un’anima.

Apprezzo Hacca edizioni e vorrei che pubblicassero di più. A volte mi fanno aspettare tra un libro e l’altro, ma se aspettare significa leggere libri come questi ben venga l’attesa.
C’è poi da aggiungere, alle lodi, una lode particolare alla copertina. Se seguite questo sito sapete, non ne ho mai fatto mistero, che apprezzo molto il lavoro di Maurizio Ceccato e della sua IFIX Design. Io credo che questa copertina sia di una bellezza indicibile.

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