Leonard Cohen – Romanzi

by Nicola Vacca

Leonard Cohen è stato un cantautore straordinario perché è un poeta immenso.

Alla sua lunga carriera musicale Cohen affianca fin dagli anni sessanta quella letteraria: oggi ha al suo attivo nove raccolte di poesia e due romanzi.

In Italia la sua opera è in corso di pubblicazione da Minumum fax. La casa editrice romana ha già dato alle stampe diversi volumi di Leonard Cohen. Tra questi ricordiamo L’energia degli schiaviLe spezie della terra e  Libro della misericordia.

Un corpus di altissima qualità in cui il poeta Leonard Cohen si mette in gioco con l’intento di dissipare la propria coscienza nel gioco sporco della vita di tutti i giorni.

È in libreria da pochi giorni Romanzi, un volume corposo che racchiude Il gioco preferito e Beautiful losers, le due originali prove narrative davvero imperdibili.

Come nella sua esistenza, Cohen nella sua poesia e nella scrittura ha bruciato e consumato amore, gioia, dolori e infelicità.

Il gioco preferito è un libro davvero unico. Quello che preferisco tra i due. Siamo nel romanzo di formazione duro e puro. Cohen narra la giovinezza di Lawrence Breavman, giovane ebreo che proviene da una ricca famiglia di Montreal. Dalle prime pagine capiamo che si tratta dell’alter ego dello stesso autore. In questo splendido romanzo troveremo tutti i temi che Cohen affronterà nella sua musica e nella sua poesia.

Con una profondità di scrittura, il poeta, il narratore e il cantautore Leonard Cohen entrano nella contemporaneità con l’intenzione di dissentire apertamente dalla morale di massa, di essere una straripante voce fuori dal coro contraria alla resa dell’individuo e a ogni forma di omologazione culturale.

Cohen è un antipoeta che abbraccia l’uomo nella sua totalità muovendosi sempre fra le estremità del discorso esistenziale. La sua scrittura cerca sempre, nell’intuizione e mai nel compromesso, quella disillusione che gli dà la forza di scrivere nel disincanto più assoluto parole in difesa dell’uomo ferito a morte dalle deflagrazioni di un mondo che ha perso l’orientamento.

Fare poesia per il cantautore canadese significa soprattutto costringere la mente massacrata a guardare in faccia la realtà.

Con grande coerenza e onestà intellettuale egli sostiene a cuore aperto nei suoi versi di abbracciare soprattutto coloro che non cambiano e non quelli che credono di essere qualcun altro.

La scrittura di Leonard Cohen è una spina nel fianco degli adepti dell’assoluto e degli uomini di convinzione che succhiano la linfa del mondo rinchiusi come parassiti nei circoli esclusivi della loro imbecillità.

Siamo davanti a un irreverente antipoeta, un uomo libero che non ama lasciarsi irreggimentare da nessuno e che crede nella rivolta individuale, unica strada per elevarsi nel mare magnum di una schiavitù globale voluta fortemente dalla propaganda demagogica dei «ribelli senza causa».

La sua poesia arriva in presa diretta al cuore dell’uomo, di qualunque essere umano dilaniato, lasciato solo, vilipeso e umiliato dal suo tempo

Leonard Cohen come poeta si sente guardiano dei fatti: «Hanno messo dentro un uomo / che voleva raddrizzare  il mondo /Idioti / Hanno messo dentro l’uomo sbagliato».

Egli è convinto, e lo scrive nel Libro della misericordia,  che la poesia è come il polline delle api. Il miele della poesia è dappertutto. Quello che chiamiamo poesia ha un significato universale. Poesia è quando qualcosa suona in modo particolare.

La scrittura di Leonard Cohen è un atto rivoluzionario che ci costringe nell’immanenza a guardare in faccia la realtà.

È un invito a non tradire le nostre esistenze, a non essere accomodanti nemmeno con la propria coscienza, a mettersi in gioco in prima persona per vivere ciascuno con il proprio stile il nostro modo di stare al mondo.

 

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