Jonathan Miles – Scarti

by Gianluigi Bodi
Jonathan Miles

Una macchina giocato per bambini, un ventilatore sbilenco, un macchinario per tenere le zanzare lontane dal nostro giardino, un jeep per lo stesso fortunato bambino, un sacco per la boxe per allentare la tensione, una vecchia TV che ormai è diventata un cimelio. Cose. Cose che qualcuno ha amato, ha vissuto, cose che appartengono ad un tempo preciso e che al di fuori di quel tipo specifico sono un elemento estraneo.

Eccoli i personaggi che danno vita a “Scarti” di Jonathan Miles, personaggi troppo particolari per essere uniformati alla massa, personaggi al di fuori degli schemi, non inglobati nel marasma generale, outsider, geneticamente perdenti. Sono personalità fin troppo delineate, sono quelli che alle elementari giocavano con le formiche mentre gli altri tiravano un calcio ad un pallone, sono quelli che passavano i pomeriggi in biblioteca, che non ridevano durante le comiche, che chiedevano a babbo natale il piccolo chimico o il meccano. Sono elementi perfettamente normali, ma che non seguendo la corrente vengono esclusi, emarginati. Scartati.
Micah e Talmadge che cercano di vivere una vita ad impatto zero rovistando nelle montagne di rifiuti per prepararsi una cena. Elwin che da perfetto professionista si trova catapultato in una realtà che lo vede scuoiare nel cuore della notte un cervo che ha tirato sotto con la propria jeep. Sara che seduta su una pila di oggetti volontariamente dimenticati in un magazzino è costretta a fare a patti con il marito morto ed infedele. Sono storie singole e storie che allo stesso tempo si intrecciano, si intersecano e influenzano. Sono storie di persone scartate, messe in disparte o che si sono messe in disparte perché incapaci di andare alla stessa velocità e nella stessa direzione degli altri. Jonathan Miles, fino a qualche mese fa era un nome che non mi diceva nulla, ora so che dietro a quel nome c’è una persona in grado di scrivere un libro toccante. Le storie di disadattati mi sono sempre piaciute, ma sono storie difficili da cavalcare perché chi le scrive deve possedere una sensibilità fuori dal normale per non cadere nel macchiettismo. Miles ha è una penna fine ed una sensibilità ancora migliore.
Se vi siete dati una lista limitata di libri da leggere nel 2015 e volete essere sicuri di pescare bene “Scarti” di Jonathan Miles è un libro che in quella lista ci deve entrare.

La mia storia personale con Minimum Fax è ormai ventennale. Non mi stupisco quando mi trovo per le mani un loro libro che mi fa vibrare. E’ successo in passato per dei grandi classici come Carver e Yates ed è successo più di recente con Saunders e con Miles.

La traduzione è stata affidata a Assunta Martinese. Il libro è bello teso, denso, il lavoro del traduttore è ottimo in quanto non si percepisce nessuna incrinatura nella voce dei personaggi. La traduzione c’è ma non si vede. Così come dovrebbe essere.

Jonathan Miles (1971) ha esordito con il romanzo Dear American Airlines, nominato dal New York Times«Notable Book» e miglior libro dell’anno da Wall Street JournalLos Angeles Times e Pittsburgh Post-Gazette. Ha scritto per il New York Times e i suoi racconti sono comparsi in numerose antologie.

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