La prima frase di Darryl, ultimo romanzo della casa editrice Pidgin pubblicato lo scorso anno, ci trasporta subito al centro della scena: «Tu vivi indirettamente attraverso le celebrità, io vivo indirettamente attraverso gli uomini che si scopano mia moglie». L’attacco brutale ricorda – volendo fare un paragone con la letteratura nostrana – le prime righe del primo racconto di Superwoobinda, il libro cult di Aldo Nove pubblicato sul finire degli anni Novanta, quando il movimento dei Cannibali italiani era all’apice. Con quella raccolta di racconti il libro d’esordio di Jackie Ess condivide anche l’uso di un linguaggio diretto e feroce ma le similitudini finiscono qui. Se Aldo Nove voleva affrontare temi legati al consumismo e alla società capitalistica del Ventesimo secolo, Jackie Ess sembra piuttosto voler esplorare il rapporto fra sessualità non mainstream e moralità.
All’inizio del romanzo troviamo infatti Darryl Cook, un uomo semplice con una «discreta posizione economica, una casa tranquilla nell’Oregon» (dalla quarta di copertina) e tante altre qualità che lo rendono il tipico uomo medio americano. Potrebbe essere il vicino di casa, l’impiegato delle poste che ci consegna le raccomandate attraverso lo sportello numero tre, o ancora il padre che accompagna l’amichetto di nostro figlio a scuola tutte le mattine. Jackie Ess è brava sin dall’inizio a non attribuire al protagonista nessun pregio o difetto particolari, che possano caratterizzarlo in qualche modo. Darryl Cook è Darryl Cook ma potrebbe benissimo essere chiunque altro.
Nel privato, però, Darryl Cook è un cuckold: si eccita nel vedere altri uomini avere rapporti con Mindy, sua moglie. Per tutta quella che possiamo considerare come la prima parte del romanzo – ossia prima che inizi la trama vera e propria – l’uomo si mostra a nudo nei confronti del lettore, definendo se stesso e la propria posizione. A volte lo fa in termini positivi, come quando afferma, in riferimento al proprio bisogno di osservare le scene che coinvolgono la moglie, «Non ho mai voluto essere la stella dello spettacolo, sono un tipo semplice, un personaggio non protagonista»; altre volte, invece, leggiamo della tensione nelle sue affermazioni, tensione che apre al conflitto interiore che Darryl sta vivendo: «Gli uomini sono intercambiabili. Perlomeno sono intercambiabili sopra un certo livello. Sotto quel livello sono usa e getta, che è dove mi trovo io. Sono nel cestino».
Non è immediato comprendere quale sia il conflitto che sta vivendo il protagonista senza gettare nell’arena la propria posizione morale. A primo acchito il suo problema sembra essere infatti l’accettazione passiva del ruolo di cuckold in favore di una moglie che ha trovato il perfetto escamotage per uscire da una relazione stanca e noiosa. Frasi quali «Clive lo psicologo britannico che decisamente non è britannico avrebbe scopato mia moglie davanti a me. Lo sta facendo per me, e lo sta facendo per una ragione. In realtà è una cosa bella» vengono percepite come un tentativo di autoinganno per non affrontare la realtà dei fatti, ossia che Darryl è un perdente che non ha alcun controllo sulla propria vita, con una moglie che lo sta sfruttando per ottenere ciò che vuole, vale a dire l’appagamento sessuale che lui non riesce a darle.
In realtà, però, non è così. Darryl Cook, l’uomo medio dell’Oregon, prova veramente attrazione sessuale nel vedere altri uomini con la moglie. Il problema non è legato al ruolo all’interno di questa situazione: Darryl Cook ama essere un cuckold. Il problema è legato piuttosto alla sfera sentimentale. Ciò che emerge dopo diverse pagine è il dolore di un uomo che percepisce la moglie allontanarsi sempre di più dalla sfera affettiva. Ciò che è nato come un gioco per lui è in realtà un tentativo – questo sì – di evasione da parte di lei, un modo per provare altre strade prima di chiudere un matrimonio infelice. È questa disparità, e la presunta impossibilità di trovare una soluzione, al centro della storia di Jackie Ess. Il cuckoldismo, così come l’assuefazione alle droghe, le torture psicologiche, i ricatti morali e tutto ciò che compare fanno da collante per portare avanti la trama principale la quale si concentra, per Darryl Cook, da un lato sulla ricerca dell’amore e dall’altro sul ritrovare una propria bussola sentimentale.
Quello che accade è che a un certo punto la coppia esplode, marito e moglie si ritrova in relazioni amorose che li portano lontanissimo l’uno dall’altra, e che si rivelano tentativi maldestri di ritrovare appunto un baricentro che consenta loro di mantenere l’equilibrio su una nave che sta affondando. Nei propri pellegrinaggi sessuali ed emotivi, entrambi raggiungono mondi mai toccati prima, e noi lettori ci ritroviamo con loro a esplorare l’omosessualità e poi la bisessualità, ma anche il poliamore e la relazione aperta. Darryl Cook, l’uomo medio dell’Oregon, come qualsiasi essere umano è in cerca di qualcosa che gli consenta di addormentarsi sereno la notte; questo qualcosa, però, non è immediato e per raggiungerlo è necessario percorrere, in maniera parecchio peculiare rispetto a come siamo abituati, il famoso cammino dell’eroe. Darry Cook, che potrebbe essere il nostro vicino di casa, per riassestare la propria vita deve indagare se stesso, perdersi nelle proprie voragini e nei propri labirinti, per riemergere infine come uomo nuovo: «Quello di cui non mi sentivo pronto a parlare», dice trascorsa la metà del libro, «era cosa provavo per Bill e come di recente quasi non mi interessi essere un cuck. Era tutta una fase? No, mi eccita ancora. Ma magari è meno interessante? In questo preciso momento sento che non mi interessa se sono meno uomo per Mindy o per qualsiasi altra persona. Sto puntando a qualcosa di diverso».
È proprio quando arriva ad ammettere questo, ossia che al centro della ricerca non c’è tanto l’esplorazione sessuale quanto quella romantica, che Darryl Cook riesce a essere finalmente sincero con se stesso: «Ma che genere di avventura è questa? Guardare estranei che scopano mia moglie? Diventare effemminato? Bazzicare con uno spacciatore psicopatico che gira film snuff?» È verso la fine del romanzo che Darryl riesce a emergere dal fango mentale che l’ha ottuso fino a quel momento, e a porsi le domande giuste. Questo girotondo immenso nel mondo della sperimentazione sessuale – s’è detto: omosessualità, bisessualità, cuckoldismo; ma anche BDSM, travestitismo, orge e chi più ne ha più ne metta – è servito soltanto (ma “soltanto” è un avverbio che trae in inganno, perché è in realtà è tutto ciò che conta) a comprendere che, senza l’appagamento sentimentale, la vita risulta priva di senso. Ma questo appagamento passa – manco a dirlo – per altre due strade che per il Darryl Cook delle prime pagine non sono minimamente percorribili: la presa di coscienza della propria condizione di bisessuale e biromantico e, soprattutto, il rispetto di sé come essere umano.
Darryl di Jackie Ess è in conclusione un romanzo ostico da affrontare, sia per le scene descritte sia per gli argomenti trattati: la violenza, fisica e psicologica, domina la scena e potrebbe urtare alcune sensibilità e soprattutto alcune moralità. È un romanzo-viaggio che però sembra quasi necessario affrontare perché gli interrogativi di Darryl Cook sono a volte anche i nostri. E se ci vuole coraggio a porseli, ancora più coraggio è indispensabile saper affrontare le conseguenze più estreme delle risposte che richiedono.
Recensione di David Valentini.