Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Il conflitto Arabo-Palestinese senza retorica

Il conflitto Arabo-Palestinese senza retorica

by senzaudio

Ho letto tanti articoli sull’acuirsi della crisi arabo-palestinesi. In particolare me ne sono capitati sott’occhio molti che esortavano il lettore a non prendere posizione. A rimanere neutrale. A non schierarsi. Identificando questa non  presa di posizione come l’unica via per uscire dalla pomposa retorica e giungere ad una soluzione concreta. D’altronde, se pure è vero che il governo israeliano sta compiendo un eccesso di difesa, dall’altra parte va anche ammesso che esso ha a che fare con Hamas. Un’organizzazione terroristica.Autrice di biechi e spietati attentati. Le cose, dunque, dovrebbero bilanciarsi. O quanto meno spingerci a rimanere non schierati. A limitarci ad un placido “fermate la guerra” scevro di riferimenti morali e etici. Almeno stando a quanto dicono questi valenti, e lo dico senza ironia, giornalisti.senzaudio 11 Tuttavia mi permetto di far notare come, a mio assolutamente sindacabile giudizio, tale visione manchi di profondità. Perché se da un lato nessuno ha intenzione di solidarizzare con Hamas, né con nessuno degli estremisti islamici che auspicano la scomparsa di Israele, d’altro canto non ci si può non chiedere da quali prodromi tale situazione sorga. Nè si può essere tanto ingenui e superficiali da credere che da sempre Tel Aviv debba interloquire con delle forze fondamentaliste e fautrici di azioni violente. Al contrario. Per anni l’OLP ha tentato un dialogo, auspicando una risoluzione pacifica del conflitto, arrivando, persino al riconoscimento dello Stato di Israele. Ma nulla. Il governo israelita non si è mai mosso, ed ha sempre perpetrato la sua assurda politica di intransigenza, supportato, come già scritto nello scorso articolo, dalla connivenza della comunità internazionale e dei media. Esacerbando ed inasprendo la situazione. Spingendo, in sintesi, la popolazione tra le braccia dei terroristi. Gli unici in grado di rivendicare e di incarnare i sentimenti del popolo palestinese. Deluso e lacerato. Sfiduciato. Ormai sordo alle rassicurazioni internazionali e stufo dei continui ed inconcludenti trattati di pace. Così nel 2006 Hamas ha preso, democraticamente va detto, il controllo.Senzaudio 12 Ciò nonostante, seppur tra attacchi e raid aerei, i contatti sono continuati. Ma sempre interrotti, bruscamente, nel momento cruciale. Non sempre per colpa di Israele. Resta però quella linea, quell’intransigenza di fondo. Quel nazionalismo, che ostacola qualsiasi tentativo di pacificazione e che alimenta l’odio. Quella linea per cui Israele si vuole riconosciuto come stato ebreo, e non come stato laico, e per la quale appoggia i coloni che occupano, illegittimamente, i territori palestinesi. Condotta non condivisa da tanti israeliani che denunciano gli abusi commessi dal governo e protestano a favore della Palestina. Ma anche a questi Tel Aviv non sembra prestare ascolto. E ora che si è sull’orlo della guerra e gli Stati Uniti, appoggiati dalla quasi totalità delle potenze mondiali, seguitano ad appoggiare l’offensiva del IDF, tutto si tinge sempre di più di assurdo e si stagliano all’orizzonte scenari sempre più terrificanti e spietati, che fanno accapponare la pelle. Come l’idea prospettata da Manlio Dimucci sul Manifesto, secondo cui a spingere Israele ad attaccare selvaggiamente Gaza non sarebbero stati né i tre ragazzi morti né i razzi scagliati, ma i ricchi giacimenti di gas naturali presenti a 30 km dalla costa nelle acque territoriali palestinesi e valutati oltre i 30 miliardi di dollari. Un mero sospetto, che, però, non fa che alimentare l’orrore per un conflitto inutile e senza senso, in cui, è vero, non esistono né santi né eroi, ma in cui a pagare il prezzo più alto è sempre il popolo palestinese. Per questo non mi sento di rimanere neutrale.senzaudio 13 E mi sento di gridare al genocidio di fronte alle barbarie israeliane. Non per fare della retorica da quattro soldi. No, tutt’altro. Ripudio Hamas almeno tanto quanto ripudio la linea dura israeliana. Ma ho ben chiaro da che parte penda la bilancia delle responsabilità. Intanto le vittime palestinesi sono oltre 718. Continuate pure a restare neutrali se ci riuscite.

Commenti a questo post

Articoli simili

Leave a Comment