Ho letto due libri di Giuseppe Foderaro, due libri diversi tra loro, ma mica poi tanto. Non ne sono così convinto.
Il primo, “Anche gli angeli mangiano kebab”, tuttora in prima fila in tante librerie, e’ un thriller, affronta temi attuali, immigrazione, tolleranza, terrorismo, mentre il secondo, questo, viene incasellato nel genere “letteratura erotica”.
È il primo libro di questo tipo che approfondisco, gli altri li avevo solo sfogliati in biblioteca da adolescente, con tutt’altro scopo che recensirli, e ora, mi permetto appunto di non essere così sicuro dell’incasellamento definitivo di questa storia.
Per riuscire a studiare, crearsi una professione, aprire un esercizio commerciale a dir poco favoloso, Agnese, la protagonista, fa un certo tipo di vita, di target finissimo, così come diventerà la sua attività principe di pasticciera.
Lei dirige tutto, organizza tutto e tutti, comanda, soprattutto, ma nonostante questo suo carattere dominante, non può fare a meno del protagonista maschile che conoscerete fin dalle prime pagine e che anzi è componente fondante del suo dominare.
Quindi, ecco a voi una storia non così ricca di personaggi. Due sono quelli che contano, gli altri sono comparse, ciliegine, canditi, mandorle raffinate sulle dolci creazioni di Agnese.
E come sapori completi, caldi, consistenti, “Latex e biscotti” ti avvolge, ti abbraccia, ti tiene stretto a se’, ti incatena, ma nello stesso tempo ti libera. Ti pervade di estrema tranquillità, oserei dire di pace, di pienezza.
Dico tante volte a me stesso che rileggerò un determinato libro, ma succede difficilmente, perché tanti sono quelli nuovi che si fanno avanti per essere letti, così come quelli vecchi per così dire, che ancora non ho letto, ma Latex e biscotti lo sto già rileggendo.
Lo avrete capito o letto nella quarta di copertina, che in questo libro si parla di sesso. Si parla, anche, di sesso; questa è secondo me la chiave di lettura.
Si entra in una storia di vita, di lavoro, di amore, di sesso, di psiche, di rapporti umani. Ma l’autore ha seminato astutamente lungo il percorso una serie di messaggi, considerazioni, aforismi, regole di vita che rendono in certi passaggi questo romanzo, un saggio.
Il caso mi ha presentato Giuseppe Foderaro, e ora leggo i suoi scritti per scelta. Giuseppe ipnotizza il lettore, lo cattura con incantesimi, con giochi di parole che attraggono come miraggi in un deserto, come dolci tentazioni dalla vetrina di una pasticceria.
E la scultura di cui vi parlerà all’inizio della storia, che darà il la a tutto il successivo sviluppo erotico, e’ l’emblema dell’ipnosi. Buona lettura.
“Ora mettetevi sotto e realizzate qualcosa che sia dannatamente artistico, originale e sexy. Pensate al piacere puro. E trasformatelo in un trionfo dei sensi. Un mix perfetto tra forma e contenuto. Fate e disfate. Avete una settimana di tempo ma voglio vedere qualcosa di unico uscire dalla mente di ciascuno di voi. Magari da più in basso. Qualcosa di viscerale. Di dannatamente istintivo. Qualcosa che il mondo non ha ancora visto. Qualcosa che farà di voi degli artisti e dei geni. Non semplici pasticceri. Stupitemi.”
“Le persone fingono molto. Io ho finto per tutta la vita e lo so fare molto bene. Ma forse è proprio questo che oggi mi pesa tanto. Fingo così bene da non sapere più chi sono.”
“Ora sono quello che sono. E devo imparare a farci i conti. Siamo i figli di mezzo di un’era che non crede più nel mito, nel fantastico, nel divino. Le cose che possiedi alla fine prendono il sopravvento su quello che pensavi di essere. Desideriamo e basta. Ma non sogniamo più.”