Quella di Edgardo Scott è una delle uscite più interessanti degli ultimi mesi. Nuova aggiunta nella collana Xaimaca Jarama della casa editrec Akadia che è curata con molta competenza da Alessandro Giannetti, Marino Magliani e Luigi Marfè.
Veniamo al libro. “Lutto” di Edgardo Scott è un libro breve e frammentato, composto da piccoli capitoli che a volte danno l’impressione di essere fotografie di uno stesso album o, meglio, fotogrammi di una vecchia pellicola di altri tempi.
Chiche ha ereditato il negozio dal padre. Ci vende elettrodomestici e mobili e tutto quello che serve alla gente che vive nel suo quartiere di Buenos Aires. È sposato e ha una figlia e le cose, pur nella loro immobilità, sembrano andare bene, fino a che la violenza che serpeggia nelle strade entra nel suo negozio e provoca quel lutto che vediamo spinto fin dal titolo. Ha un amico, Miguel, con il quale discute di crimini e violenza mentre brucia la spazzatura in un campo vicino a dove vive. Quelli che Chiche vede dai giornali e dai telegiornali è un continuo avanzare dello sfacelo morale e a poco a poco dentro di lui monta una rabbia incontrollabile. Con il suo atteggiamento allontana tutti, comprese le persone che gli vogliono bene, diventa un essere equidistante da tutti quelli che lo circondando, ma l’equilibrio che sembra mantenere nonostante la tensione che lo dilania, alla fine cede e porta a un epilogo da film d’azione.
Parlare di film d’azione ha un significato profondo. Chiche ne è un grande consumatore , passa dalle VHS ai DVD piratati e venduti per le strade, in qualche modo quei film costruiscono la sua identità. Il fatto che lui si faccia influenzare da quella forma di narrazione pur non essendo più un ragazzino lascia intravedere una fragilità mentale che influenza tutte le sue decisioni.
Scrittura asciutta e profonda, grande attenzione allo sviluppo psicologico del personaggio principale anche attraverso le interazioni con gli altri personaggi; questi sono gli elementi che mi sono piaciuti di questo libro. Ci sono alcuni temi ricorrenti, quello dei cani randagi, quello del negozio, delle terre abbandonate che rimandano al lutto, alla perdita e al decadimento. Tutto muore, sembra dire Edgardo Scott, vivere è sapere come affrontare questa grande verità.
Ottima traduzione di Alessandro Giannetti.
Nato nel 1978 a Lanús, nella provincia di Buenos Aires, appartiene alla generazione di autori che si sono affermati dopo l’ultima grande crisi economica e politica argentina del 2001. È stato fondatore e membro del Grupo Alejandría che nel 2005 inaugurò un movimento di letture pubbliche e cicli letterari di narrativa che influirono anche in campo sociale e politico. Ha pubblicato il romanzo breve No basta que mires, no basta que creas (2008), il libro di racconti Los refugios (2010), i saggi Caminantes (2017) e Por qué escuchamos a Stevie Wonder (2020) e i romanzi El exceso (2012) e Luto (2017). Apprezzato da Ricardo Piglia come uno degli autori più “lucidi e innovativi degli ultimi anni”, Scott è traduttore, editore per Clubcinco ediciones e collabora con diversi quotidiani argentini. Vive in Francia.