Qualcosa di strano.
C’è una letteratura sconfinata che ha a che fare con l’oscura eredità del nazismo ed è strano che “Una storia tedesca” sia stato scritto da Roger Salloch che è uno scrittore statunitense. Non strano nel senso che il nazismo non possa essere descritto da un non tedesco, in fin dei conti si tratta di un tema universale. E’ strano perché Robert Salloch riesce a dare le stesse sensazioni che altri scrittori (tedeschi) hanno dato prima di lui.
Due parole sulla trama.
In “Una storia tedesca”, Robert Salloch ci mostra il punto di vista del maestro di arte Reinhardt Korber durante una primavera che non sarà un esplosione di vita, bensì l’inizio del buio. Al suo fianco due ragazzine, dotate. Tanto amiche quanto diverse. Lotte che abbraccerà i cambiamenti e Rebecca, forse lo spirito libero delle due, che dall’ombra lunga del nazismo non potrà che assorbire dolore.
Sono tempi di cambiamenti. Nei bar di commenta l’avvento delle Olimpiadi del 36′, la speranza del popolo tedesco che quel negro americano non vinca tutte le medaglie che poi invece vincerà. Non sembra che le cose siano cambiate così tanto.
Opposizioni.
E Reinhardt che fa? Oppone una strenua resistenza insegnando. Insegnando il bello, il gusto per il bello, il saperlo riconoscere. Davanti a sé ha Lotte e Rebecca, due tele grezze che recepiscono il colore come nessun altra tela. Eppure è inutile farsi scudo con il bello quando i cannoni avanzano. Quando dalla radio i gerarchi nazisti chiedono un sacrificio per la patria.
Reinhardt… rein, da contrapporre a nicht rein, non puro. Impuro. La razza ariana con la sua purezza ideologicamente costruita e la razza ebrea con la sua non purezza da condannare con la morte.
Reinhardt con i suoi soliloqui, le sue divagazioni, le passeggiate come scheggia impazzita in un mondo che ha già tracce di un cambiamento epocale, così vasto e doloroso da essere ancora presente.
Salloch utilizza una narrazione molto introspettiva, un susseguirsi di pensieri che spesso sono slegati tra loro e che, ci si aspetta, arrivino a comporre un quadro bene definito. Pur essendo un libro breve è, assolutamente, un libro denso. Denso di poesia, denso di pensieri, denso di nubi che offuscano il futuro. Il personaggio di Reinhardt è forse l’archetipo dell’uomo che vede arrivare la tempesta e smette di cercare rifugio.
L’autore, Roger Salloch.
Roger Salloch è uno scrittore, sceneggiatore, commediografo e fotografo statunitense, vive e lavora a Parigi.
Traduzione.
La traduzione e la resa in italiano di quest ottimo libro è stata assegnata a Laura Berna. Una lettura piacevole non può prescindere da una traduzione come questa.
Un’ultima aggiunta.
“Una storia tedesca” è pubblicato da Miraggi Edizioni, un editore che qui da noi ha già fatto la sua comparsa sia per la narrativa che per la poesia. Questo è il primo libro della collana tamizdat e la strada tracciata sembra delle migliori.