Per un amante dei racconti come me è sempre molto appagante imbattersi in una raccolta di racconti che cerchi di fotografare lo stato letterario di un paese straniero. Diciamo che non si tratta di un’operazione del tutto nuova nel suo genere, ma credo che nessuno prima d’ora avesse puntato il binocolo verso il Cile.
Mi sono avvicinato alla letteratura cilena negli ultimi anni rimanendo spesso sorpreso della qualità di quanto leggevo.
“Tintas, tredici racconti dal Cile” mi ha aiutato ad allargare ancora di più gli orizzonti e mi costringerà a tenere sott’occhio autori di cui non avevo mai sentito parlare.
“Tintas” è dunque un’antologia che raggruppa alcuni racconti di autori cileni e che non sono però necessariamente ambientati in Cile.
La lettura di questa antologia serve a farsi un’idea chiara, anche se magari parziale, di dove sta andando la letteratura cilena contemporanea e a quanto ho letto direi che la strada intrapresa è più che buona. Gli stili sono molto diversi tra loro. C’è una diversità di voci che fa bene sperare. Un fermento che solitamente sta a significare che la scena letteraria di un paese è vivace e sana. Anche gli argomenti sono diversi tra loro, quando due autori investono su un argomento simile lo fanno partendo da punti di vista diversi e, appunto, con una voce diversa.
In una raccolta non è mai bello dire quali sono stati i racconti preferiti perché poi automaticamente uno pensa che quelli non citati non siano piaciuti. In realtà non è così, ma correrò il rischio.
Per quel che mi riguarda, una delle migliori scoperte è stata Gonzalo Baeza con il suo “Il jab tutta la notte”, un racconto sul pugilato che abbraccia un stile spiccatamente americano ma comunque fa uscire una voce meno yankee. Una citazione anche per il racconto “Alle quattro, alle cinque, alle sei” di Alejandra Costamagna e per “Gonzàlez” di Nona Fernandez. Entrambe già conosciute in Italia. Finisco con un altro racconto che mi ha piacevolmente sorpreso e che anche stavolta ha un tocco americano sullo sfondo “L’educazione” di Marcelo Leonart, autore di cui non avevo mai letto nulla.
La letteratura cilena è viva e vegeta, bella forte per quel che mi riguarda. Immagino che da qui a poco ci sarà un’invasione di autori cileni e dovremo guardarci da quelli meno bravi. Partire da “Tintas” potrebbe essere un buon modo per avere le coordinate esatte con cui muoverci.
P.S Tintas è il terzo volume di una serie che comprende, al momento, Vidas per la letteratura cubana e Tierras per quella Messicana. Non ho letto gli altri due volumi, ma dopo aver letto questo mi è venuta voglia di recuperare anche gli altri due.
Gli autori presenti sono:
CARLOS ARAYA DÍAZ GONZALO BAEZA ÁLVARO BISAMA ALEJANDRA COSTAMAGNA NONA FERNÁNDEZ ANDREA JEFTANOVIC BENJAMÍN LABATUT MARCELO LEONART LINA MERUANE ROMINA REYES ALIA TRABUCCO ZERÁN ALEJANDRO ZAMBRA DIEGO ZÚÑIGA
Mi spiace non citare i traduttori, ma spesso i racconti sono tradotti a quattro mani per cui l’elenco sarebbe lunghissimo. Vi basti sapere che hanno fatto un ottimo lavoro.
Il volume è a cura di Maria Cristina Secci e il comparto grafico è curato sempre da Mirko Visenti con la quale Gran Via ha instaurato un rapporto quasi simbiotico.