Quando penso al lavoro di ricerca che una casa editrice deve fare per scovare un titolo diverso dal solito mi immagino anche gli occhi di chi, finalmente, si fa strada tra manoscritti e allegati e riesce a posare lo sguardo su qualcosa che gli provoca dei brividi lungo la schiena. In questo ultimo anno mi è capitato di immaginarmi la scena più di qualche volta, e molto spesso, la persona a cui pensavo, era Giovanni Turi. Turi è la mente dietro alla casa editrice TerraRossa e ormai, chi passa da queste parti sa che io ho un’ammirazione molto forte per il lavoro che fa.
“Binari” di Monica Pezzella è una delle ultime uscite di TerraRossa nella collana “Sperimentali”. È un libro di poco più di settanta pagine che però richiede, a mio parere, che il lettore si abbandoni completamente tra sue pagine. La storia raccontata da “Binari” può essere riassunta in modo molto sintetico. Si tratta di una storia d’amore molto intensa tra Ale e Marcel. Il loro amore viene racconta attraverso i piccoli gesti quotidiani, ma anche attraverso le fiammate di passione che travolgono entrambi gli uomini. La paura di perdersi, a volte la paura di trovarsi e abbandonarsi l’uno nelle braccia dell’altro. Una storia d’amore che brucia e si consuma e nel consumarsi si nutre di ossigeno.
Un riassunto del genere però non può nemmeno scalfire la superficie di questa relazione complessa e bellissima.
Ciò che rende “Binari” un gran bel libro è la forza della scrittura di Monica Pezzella. Quando all’inizio dicevo che il lettore deve sapersi abbandonare alle pagine che sta leggendo mi riferivo proprio al fatto che in “Binari” il linguaggio è complesso, ma mai complicato; c’è un certo grandeur linguistico, una forza brutale nelle immagini, una meticolosità lessicale che dà l’impressione di trovare le parole esattamente nel posto in cui devono essere. Mi pare che sia questo il fulcro della bellezza di questo libro, o almeno è questa l’impressione che io ne ho avuto leggendolo. Uno stile che diventa funzionale a raccontare la storia di Ale e Marcel, che li accompagna e non li sovrasta mai come quelle pessime voci che vorrebbero passare sopra la nostra.
C’è poi la Voce, un narratore capace di essere contemporaneamente intimo e estraneo ai personaggi, quasi come si librasse nell’aria volteggiando sopra le loro teste e poi andasse in picchiata per vederli più da vicino e avere una posizione privilegiata.
“Binari” di Monica Pezzella è una lettura che consiglio caldamente, potrebbe portarvi fuori dalla vostra zona di conforto.
Monica Pezzella ha fondato la rivista «Sulla quarta corda» ed è traduttrice e redattrice editoriale; suoi contributi sono apparsi sulle riviste «Nazione Indiana», «TerraNullius», «Suite Italiana» e «Verde Rivista». Binari è la sua opera d’esordio.