Paratesto:
Quasi come un trucco di magia, quando il mago vi invita a guardare in un luogo preciso, mentre l’inganno accade altrove, voi ritrovate il vostro sguardo catturato dalla bellezza asiatica di una donna, dal suo abito lungo e attillato, del verde smeraldo che vi abbaglia. E non vi accorgete che la storia vera si svolge altrove.
Testo:
A me, che uno svedese, si metta a scrivere libri che parlano della Cambogia mi sembra una di quelle meraviglie che solo la letteratura può regalare. A Lars Keniota l’ho spiegata così, poi lui, giustamente, mi ha fatto notare che ci sono autori italiani che scrivono di antico Egitto e legioni Romane o autori stranieri che scrivono di folletti, per cui, non mi dovri stupire se Peter Fröberg Idling si mette a scrivere di Pol Pot. Eppure, a me piace la magia, non la spiegazione del trucco.
E allora mi piace la scelta inconsueta, non nuova, ma mai troppo battura, di narrare la storia di Sar usando la seconda persona singolare. In quel “tu” usato come un martello c’è tutta la genitalità dello scrittore. Un “tu” usato per farci prende coscienza dei nostri limiti, perché quel Sar, dedito alla causa dell’Organizzazione, quel Sar destinato a diventre il sanguinario Pol Pot saresti potuto essere anche tu. E quindi è forse giusto giudicare, ma per giudicare bisogna mettersi sullo stesso piano, non elevarsi e osservare dall’alto.
Sar, Somaly (la donna che ama) e Sary, il rivale politico e in amore. Un triangolo di passione e potere che influisce pesantemente sul destino di un popolo.
Ne “Il canto della tempesta che verrà” la narrazione personale si interseca pesantemente con la storia del genere umano. E Idling con quel “tu” sembra cercare di responsabilizzarvi, di farvi comprendere che il male è anche dentro di voi e che è sempre e solo una questione di scelte.
Coordinate:
Leggere i libri Iperborea è un’esperienza uguale a se stessa eppure sempre nuova. Uguale perché ogni volta ti trovi un libro che sta bene tra le mani, lo senti adatto a te, alla forma delle tue mani e lo vorresti tenere con te sempre. Diversa perché gli autori Iperborea sono ormai davvero tanti, alcuni sono vecchie conoscenze, altri sono nuove scoperte, ma ciò che li accomuna, aldilà della zona geografica da dove provengono, è la qualità di ciò che scrivono, la bontà delle storie che raccontano.
Riporto, per conoscenza, dal sito Iperborea, le poche note biografiche dell’autore.
Peter Fröberg Idling è nato nel 1972. Laureato in legge, ha lavorato come consulente legale per un’organizzazione internazionale in Cambogia, dove ha imparato la lingua khmer e ha preso ispirazione per il primo libro. Il sorriso di Pol Pot è stato votato dai lettori svedesi come libro dell’anno 2007.
La traduzione di questo libro è stata realizzata da Laura Cangemi, e siccome “Canto della tempesta che verrà” mi sembra tutto tranne che un libro facile, direi che ha fatto un eccellente lavoro di traduzione trasportanto in italiano tutta la complessità psicologica di questo libro.