Quando un editore lavora anche con le riscoperte deve avere un’idea precisa di cosa sia per lui la letteratura e di cosa voglia trasmettere con la totalità del proprio catalogo. Non basta cercare tra i manoscritti il nuovo libro da pubblicare, bisogna anche leggere ciò che è già stato pubblicato e, purtroppo, dimenticato. In editoria il lasso di tempo che porta dalla pubblicazione alla dimenticanza è estremamente breve e lo diventa sempre di più.
“La parte del fuoco” di Marco Rovelli è stata pubblicata per la prima volta nel 2012 da Barbés, credo si possa definire un’era geologica fa. Un volume che era ormai introvabile, ma che non ha smesso di dire ciò che ha da raccontare. In questo senso mi sembra di poter dire che il tempo si sia comportato davvero bene con il libro di Rovelli e che anzi, in questo momento storico “La parte del fuoco” sia, se possibile, ancora più attuale e che racconto in maniera dettagliata anche i nostri tempi.
Karim è un immigrato clandestino, ha attraversato il mare in una di quelle barche che sfidano il destino e che consegnano all’acqua più morti di quanti vivi consegni alla terra. Ha visto morire i suoi compagni di viaggio per arrivare in Italia. Questo è un punto che non è cambiato, cambiano solo i paesi di provenienza, ma le storie sono simili. Ha cercato di farsi una vita in una grande città, ma non c’è riuscito, gli hanno insegnato che l’unico modo per non farsi rimpatriare è quello di ferire se stessi, di giocare con la morte e lui ha imparato. Ha anche imparato a servire il padrone del nord, a diventare una presenza utile, ma invisibile, un essere produttivo che può essere sostituito, ha imparato a violare le regole per sopravvivere.
Elsa abita a nord est, tra i capannoni del produttivo Veneto, dove si parla un’altra lingua, dove lo straniero è tollerato in quanto strumento per produrre denaro. Viene da una famiglia ricca eppure la cosa non ha importanza, non basta, non può bastare. Non riesce a trovare il proprio spazio nel quotidiano che vive. Non riesce a trovare una sintesi tra ciò che i suoi genitori vorrebbero che lei fosse, anche solo per una questione di censo, e ciò che lei vorrebbe per se stessa, con tutta la confusione che quest’ultima ricerca porta.
Eppure, le traiettorie di queste due persone che sembrano essere agli antipodi, si intrecciano. Forse perché il senso di vuoto che una persona ha in sé non è una prerogativa di una razza, di un colore, di un’estrazione sociale. Le cause che provocano questo vuoto possono essere diverse, ma il risultato è sempre lo stesso, la sensazione di abitare in un luogo e un un tempo che non ci sono propri, di essere una macchia sfocata su uno sfondo ben chiaro, sensazione che acuisce ancora di più l’idea di non farcela, di essere l’unico essere sbagliato in mezzo ai giusti.
L’incontro con Karim permette a Elsa di mettere in prospettiva il proprio dolore, di mescolarlo assieme a quello degli altri e, se non proprio a disfarsene, a trovare un modo per conviverci.
Quello di Marco Rovelli non è il classico libro in cui la parte ricca e insoddisfatta incontra la parte povera e capisce quanto è fortunata. Quello di Rovelli è un libro che racconta una storia complessa, una storia di esseri umani sensibili, che sfuggono dal luogo in cui sono stati destinati a vivere e che pagano le consequente di questa non appartenenza.
Rovelli ha scritto un libro che era attuale 8 anni fa, che è attuale ora e che, purtroppo sarà attuale ancora per parecchio tempo. La speranza è che un giorno, questo libro, racconterà un mondo vecchio e becero, un triste ricordo del passato.
Lettura consigliata.
Marco Rovelli, musicista e scrittore toscano, insegna storia e filosofia nei licei. È autore di canzoni, poesie, testi teatrali e diverse opere narrative, tra cui i reportage Lager italiani (Rizzoli, 2006), Lavorare uccide (Rizzoli, 2008) e Servi (Feltrinelli, 2009) e le biografie romanzate La guerriera dagli occhi verdi (Giunti, 2016) e Il tempo delle ciliegie(Elèuthera, 2018). La parte del fuoco è stato il suo primo romanzo “puro”, pubblicato nel 2012 da Barbès, nella collana diretta da Andrea Cortellessa, e ora riproposto in questa edizione rivista da TerraRossa. Ha collaborato con «alfabeta2», «il manifesto», «l’Unità», «Nuovi Argomenti».