Un’amicizia con Chuck Kinder
Mi è capitato più volte di sentir parlare Nicola Manuppelli di quella che considero la sua più grande passione: la letteratura americana. L’ho anche coinvolto in una raccolta di racconti di qualche anno fa e la sua disponibilità ha dimostrato, a me che allora non lo conoscevo, una gentilezza discreta e reale. Nel frattempo ho anche avuto modo di leggere alcune cose scritte da lui e “Domani è un posto enorme” a me sembra un po’ la summa di un’esperienza di vita totalizzante.
Come spiega molto bene il sottotitolo “Un’amicizia con Chuck Kinder“, “Domani è un posto enorme” racconta il rapporto che Manuppelli ha avuto, per anni, con lo scrittore americano, ma come spesso accade con libri di questo genere, l’oggetto del racconto porta con sé altri sottotesti altrettanto importanti.
“Domani è un posto enorme” è un libro che racconta anche lo stesso Manuppelli, che parla del corso di scrittura di Stanford creato da Stegner, e parla, soprattutto, di un gruppo di scrittori e di scrittrici che sono riusciti a formare rapporti di amicizia sincera e duratura grazie proprio alla presenza rassicurante e carismatica di Chuck Kinder. Gente che ha lottato con la scrittura, che ha fornito supporto ed è stata supportata; gente che era a un passo dal crollo e dal fallimento e che è stata aiutata da chi, come loro, conosce il demone della scrittura.
Manuppelli ne ha avuto un assaggio. Anche lui, come tanti altri, è stato attratto dal ciclone Kinder che lo ha fatto entrare in quella che a me piace pensare come una comunità di menti affini.
Il libro di Manuppelli quindi, partendo proprio dalla morte di Chuck Kinder avvenuta il 3 maggio 2019, riesce a ricostruire con dovizia di particolare la vita di un uomo speciale e la sua immensa capacità di attirare a sé persone dal cuore d’oro. Ora, diciamoci la verità, capita molto spesso che nell’atto di raccontare e omaggiare la vita di una persona che abbiamo avuto accanto, ci si lasci andare in lodi esagerate e si fornisca un ritratto inverosimile in cui i lati negativi vengono mitigati e quelli positivi esaltati. Nicola Manuppelli non lo fa anche se sarebbe potuto essere fin tropo facile. L’autore non nasconde nulla, si limita a raccogliere testimonianze dirette fornite proprio dalle persone che lo hanno avuto accanto per una vita. Persone che, si dà il caso, abbiano anche riempito gli scaffali delle librerie degli ultimi cinquant’anni. Farne un elenco qui è quasi impossibile e quindi vi invito a sfogliare il libro, le presenze che aleggiano sono subito evidenti, a partire da quel Ray Carver che sono certo molti di voi conoscono bene.
Ora temo mi dovrete scusare, credo sia il caso di lasciarmi andare a una serie di commenti che non hanno nulla da condividere con il panorama della “critica” e che invece prendono spunto da una serie di sensazioni molto personali che sono scaturite dalla lettura di questo tesoro. “Domani è un posto enorme” è un atto d’amore. Per quel che mi riguarda Manuppelli avrebbe vinto anche se non fosse riuscito nell’impresa di onorare Kinder. Però lo ha fatto, c’è riuscito. Lo ha fatto al punto che è stato in grado di lasciare alcune ferite nel cuore e nell’anima di chi ha letto il suo libro.
Tante sono le cose che mi sono passate per la testa. Il rimpianto per non aver avuto modo di conoscere Kinder e la consapevolezza che, per come sono fatto io, forse anche avendo avuto modo di conoscerlo non sarei riuscito a entrare nel gruppo dei “fuorilegge”. Al di là di questo mi sono chiesto cosa serva, nel 2021, qui in Italia, adesso e in questo momento, per ricreare lo spirito che Manuppelli ha così ben carpito nelle sue pagine. Come mai a me sembra che quella degli scrittori italiani sia tutto tranne che una comunità? Come mai mi sembra di testimoniare una continua lotta tra piccoli feudi?
Quando ti capita di leggere qualcosa che, anche nelle sue imperfezioni, ti arriva al cuore e ti scalda dentro ti chiedi il perché del freddo che ti circonda.
Di questo devo ringraziare Manuppelli, di questo e di avermi fatto venire voglia – come ogni volta che lo sento parlare – di leggere altri cento e mille libri che mi strappino dalla mia ignoranza perenne di lettore incompleto.
Nicola Manuppelli: Editor e traduttore di letteratura americana e irlandese. Ha pubblicato i romanzi Bowling (2014), Merenda da Hadelman (2016) e Roma (2018); la biografia della scrittrice Alice Munro, La fessura (2014); la raccolta di poesie Quello che dice una cameriera (2017); i memoir A Roma con Alberto Sordi (2020) e A Roma con Nino Manfredi (2021).