Mi sono fatto l’idea che L’orma editore abbia in mente un target di lettori ben chiaro e che di conseguenza anche la linea editoriale che portano avanti dalla loro nascita è ben chiara. Non si lascia nulla al caso, ogni libro viene scelto con cura e attenzione, ogni libro che pubblicano richiede la stessa cura e attenzione per essere letto. Mi pare di poter dire che L’orma punti a un pubblico di lettori forti, potremmo definirlo un pubblico di nicchia e che può permettersi di fare ciò anche grazie al successo che i libri della Ernaux hanno avuto in Italia. Posso tranquillamente essere smentito, ma credo che il loro mantra sia: pubblichiamo, prima di tutto, ottima letteratura. Poi il resto si vedrà.
E arriviamo dunque al libro di oggi, si intitola “Hagard” e lo ha scritto Lukas Bärfuss, un autore che non conoscevo assolutamente e che, mi pare di capire, con questo libro ha fatto il suo ingresso trionfale nel catalogo di questo editore.
Il narratore ci racconta le ultime trentasei ore di vita di Philip, un agente immobiliare sulla quarantina con affari aperti nelle Isole Canarie. Un mattino si trova in un bar in attesa che arrivi la persona che deve incontrare, quando si rende conto che forse, quell’uomo, gli ha dato buca esce dal locale e la sua attenzione viene catturata da un paio di scarpette, della ballerine per essere precisi, color prugna e decide di seguirle. Da qui parte una feroce discesa verso la fine, una discesa vorticosa con aumenta di velocità a mano a mano che le pagine scorrono tra le nostre mani. Philip ha dei momenti di lucidità, dei momenti in cui si rende conto di quello che sta succedendo e sa che potrebbe decidere di fermarsi, potrebbe decidere di tornare alla sua vecchia vita eppure non lo fa.
A poco a poco Philip si spoglia delle sue vesti umane, la sua diventa una vera e propria caccia a inseguimento. La donna che indossa quelle scarpette è l’oggetto della sua caccia, nemmeno sa che faccia abbia, la segue a vista, tra un viaggio in metropolitana e l’altro, tra un negozio e l’altro, fino a che sembra che Philip diventi sempre più animalesco, sfruttando i sensi, soprattutto l’olfatto. A questo punto è facile immaginare una trasfigurazione del protagonista, è facile immaginare che l’istinto bestiale prevalga sulla logica e il ragionamento e gli offuschi la mente, lo faccia agire quasi meccanicamente rispondendo a una voce ancestrale che solo lui coglie in maniera nitida.
È uno stalker? La ragazza è in pericolo? Ci troviamo di fronte a ciò che può portare all’ennesimo doloroso caso di femminicidio? Non lo sappiamo, il narratore che ci racconta le trentasei ore chiave non esplicita mai con sicurezza le ragioni che hanno spinto Philip a mandare in malora la propria vita e a tuffarsi in un inseguimento di cui è difficile comprendere il senso se non, forse, volendo dare a tutti gli effetti a Philip il ruolo del predatore pronto a uccidere oppure volendo dare alla passione una natura ambigua e in bilico tra l’amore e la distruzione di sé e degli altri.
Il libro di Lukas Bärfuss è coinvolgente fin dalle prime pagine, interpretazione e mistero si intrecciano a ogni pagine; la lettura diventa ipnotica, si basa sia sulla forza della trama che, se vogliamo, parte da un’idea piccola, ma che lo scrittore riesce a sviluppare e proporre in un arco narrativo splendente; ma si basa anche sull’uso misurato delle parole, sull’equilibrio tra giudizio e comprensione (quasi compassione) che il narratore dimostra.
Libro davvero notevole, sono felice che L’orma Editore lo abbia portato in Italia.
Traduzione di Marco Federici Solari.
Lukas Bärfuss (1971), scrittore, saggista e drammaturgo svizzero, è tra le più importanti voci del panorama letterario di lingua tedesca. Polemista e intellettuale militante, le sue provocatorie commedie sono messe in scena con successo in tutto il mondo. Nei suoi acclamati romanzi ha affrontato i generi più diversi, dal reportage di guerra all’autofiction, raccontando in una prosa di cesellata precisione la condizione morale ed esistenziale dell’individuo.
Consacrato da numerosi riconoscimenti, in seguito alla pubblicazione di Hagard è stato insignito del prestigioso premio Georg Büchner.