Victoria Ocampo, per chi come me ha avuto la fortuna di appassionarsi alla letteratura argentina e prova un amore sconfinato per le opere di Borges non può essere un nome totalmente nuovo. Fondatrice della rivista Sur che per quarant’anni ha trasportato l’Argentina nella modernità letteraria, amica di grandi scrittori e intellettuali, sorella si Silvina (spostata con Bioy Casares), Victoria Ocampo ha lasciato la sua impronta nella cultura del suo paese. E questo è un fatto incontrovertibile. Persona dall’intelligenza brillante è stata la prima donna (nel 1977) ad entrare nell’Accademia argentina delle Lettere.
Tutto questo per dire che il testo che vi ritroverete tra le mani, questo turchese “338171 T.E (Lawrence d’Arabia), pur essendo minuto nelle dimensioni, ha dentro di sé, in forma distillata, tutto l’intelletto di questa figura splendida.
Partendo dall’analisi dei “Sette pilastri della saggezza” e dalle “Lettere” di Thomas Edward Lawrence Victoria Ocampo traccia un ritratto del colonnello Lawrence senza precedenti. Lo fa riversando sulle pagine di questo libro tutta la passione e l’ammirazione che la scrittrice nutriva per questa figura che pur non essendo riuscita a incontrare mentre lui era ancora in vita, in qualche modo era stata in grado di catturarla con le sue parole, la sua lucidità di pensiero e la sua forza d’animo.
“338171.TE. (Lawrence d’Arabia) non è una fredda biografia, un’enunciazione fitta e inutile di fatti compiuti dal colonnello, ma quasi un’indagine portata avanti con lo scopo di svelare l’uomo dietro al mito, con tutte le sue passioni, contraddizioni e, perché noi, difetti.
In un primo momento, dopo aver letto i primi capitoli, mi è capitato di pensare che Victoria Ocampo stesse lavorando esattamente come una pittrice che dalla nuda tela a poco a poco riesce a portare in superficie un ritratto il cui valore non è la somiglianza con l’originale, non va cercato nella corrispondenza tra elementi estetici, ma va giudicato dalla capacità di portare alla luce quei tratti caratteristici dell’animo umano che contraddistinguono ognuno di noi. Credo che il lavoro di Victoria Ocampo sia perfetto sotto tutti i punti di vista. È perfetto lo sguardo privilegiato sull’uomo Lawrence, è perfetto l’equilibrio tra distacco e passione per la materia ed è perfetta la maniera con cui elabora i pensieri di Thomas Edward Lawrence per metterli nella giusta luce.
Il colonnello Lawrence, Lawrence d’Arabia, comandante della rivolta degli arabi contro i turchi, l’uomo di Arjuna, capace di adorare ogni singolo momento della progettazione di una battaglia e odiare il risultato ultimo dei suoi sforzi.
“Tutte le province soggette all’Impero non salvano per me un giovane inglese morto”.
Victoria Ocampo, con quest’opera è riuscita a mettere su carta una fascinazione senza farsene travolgere.
La traduzione è a opera di Fausto Savoldi mentre il libro viene corredato da un prefazione molto bella di Fabrizio Bagatti. Aggiungo una nota di interesse nei confronti di “Edizioni Settecolori”. Si tratta di una casa editrice che non conoscevo e che è rinata da poco. La qualità del libro che ho tra le mani è davvero eccelsa, leggerlo è stato un piacere sensoriale.
Victoria Ocampo: scrittrice e intellettuale (1890-1979), è una delle grandi figure della vita letteraria del XX secolo. Fondatrice della rivista Sur e della casa editrice omonima, vi ha pubblicato i più grandi scrittori novecenteschi ed è stata amica e complice di molti di essi: Ortega y Gasset, Borges, Roger Caillois, Virginia Woolf, André Malraux. È stata la prima donna a entrare nell’Accademia argentina delle Lettere nel 1977.