Paratesto:
Se questa copertina fosse un prato mi ci sdraierei sopra, mi lascerei cullare dalla brezza di primavera e affonderei nei miei ricordi di quando ero bambino. La spuma al bar con papà. Il babbo natale della Croce Verde chiamato da mio nonno. La gonna jeans di mia madre. Mia nonna che arriva con il motorino. Mio zio che mi porta in spiaggia. Grazie a Sergio Peter e al suo “Dettato” per aver fatto riaffiorare tutto questo.
Testo:
“Dettato” può essere mille cose. Chi ci vede un romano, chi una raccolta di racconti legati tra loro da un comune denominatore. Io, personalmente, ci vedo un viaggio. Uno di quei bei viaggi a ritroso in cui lo scrittore, in questo caso Sergio Peter, torna a visitare le proprie radici e lo fa con gli occhi della memoria.
Quella che troverete in “Dettato” è una scrittura pregna di nostalgia, che saprà contagiarvi e vi accompagnerà per mano in un doppio tuffo nella memoria. Da un lato, imparerete a conoscere il passato di Sergio Peter, le persone che hanno abitato la sua infanzia, i luoghi, la morte del padre, le vecchie generazioni e le tradizioni che, come mattoncini del lego, costituiscono quello che lui è ora. Dall’altro lato, questi incontri faranno riaffiorare la vostra memoria sopita. Arriverete ad un punto chiave in cui alla narrazione di Peter affiancherete la vostra.
Ciò avviene grazie allo stile adottato da Peter. Una scrittura asciutta, quasi giornalistica, una sorta ri reportage di viaggio all’alba delle proprie radici. Il suo è uno stile che non compre la memoria farcendola di retorica, il suo è uno stile da archologo che con pennello e martellino scava in profondità cercando di mantenere inalterato ciò che sta per venire alla luce. C’è, in “Dettato”, un sottofondo nostalgico, un omaggio alle tradizioni perdute, alla genuinità appassita con il tempo e, al contempo, un’assidua ricerca di un posto nel mondo, di un luogo in cui tutto ciò che ci circonda abbia un senso, un posto tranquillo in cui sedersi su un prato e guardare le nuvole scorrere sopra la nostra testa.
“Dettato” mi è piaciuto, mi è piaciuto come romanzo, per le indubbie qualità di scrittura di Segio Peter, mi è piaciuto per la storia che racconta e mi è piaciuto anche perché non finisce dopo l’ultimo punto. La storia che racconta Peter ne fa nascere mille altre e una di queste potreste doverla raccontare proprio voi.
Coordinate:
Tunué edizioni “Editori dell’immaginario” è una casa editrice che si è fatta uno zoccolo duro di seguaci tra gli amanti delle graphic novels. Da maggio 2014 si sono lanciati anche nell’avventura della narrativa con una collana diretta da Vanni Santoni che, al momento, annovera due titoli che mi hanno colpito molto. Mi auguro che possano continuare a gonfie vele per questa via.
Oltre alle Graphic Novels e alla narrativa, un’altra collana portante è quella dei saggi sul mondo dell’animazione e del fumetto. Posso già ora anticipare che approfondiremo tutte le anime di Tunué.
Non sapendo nulla di Sergio Peter ho dovuto sbirciare nel sito della casa editrice, purtoppo non ho trovato molto nemmeno lì. Ho una confessione da fare. Nel leggere questo libro ho deciso dalla prima pagina di sospendere il dubbio che il suo fosse puro racconto narrativo, che fosse finzione. Ho preteso che quanto scritto in “Dettato” fosse tutto vero. Fosse tutto passato.
Sergio Peter è nato a Como nel 1986, ha studiato filosofia all’Università Cattolica e, anche se “Dettato” è il suo primo romanzo, ha già pubblicato alcuni racconti su riviste cartacee e online. Io posso aggiungere che sarò molto curioso di leggere il suo secondo lavoro “lungo” per vederlo all’opera al di fuori dell’ambito autobiografico.