Paratesto:
Eccolo, l’uomo sul filo del cornicione, pronto a librarsi nell’aria. Nel secondo che precede il volo annusa l’aria, osserva con occhio sognante il cielo che sta per accoglierlo. Alza un piede, lo tiene per un istante a mezz’aria, un piccola resistenza da parte delle forza di gravità. All’improvviso i piedi staccati da terra sono due e il poeta dell’aria sorvola le nostre teste.
La letteratura è anche questione di fiducia. A volte, girare pagina è un passo nel vuoto, soprattutto se quello che stai leggendo è un terreno mutevole, in grado di cambiare la sua natura attimo dopo attimo.
Testo:
Non so dirvi cosa ho letto. Non so dirvi se si tratti di un romanzo, di una poesia lunga duecento pagine, di un manuale di volo per il giovane poeta, di un trattato sul volo dell’essere umano. Se me lo chiedeste d’istinto sarei costretto a dirvi che è tutto questo e anche di più e che gli elementi che compongono questo libro sono amalgamati così bene da non riuscire a notare uno stacco tra uno e l’altro.
Non so dirvi cosa ho letto, ma so dirvi che ho letto un libro notevole, un libro che mi ha avvolto come un soffio di aria fresca, un libro che a tratti sembra essere fatto di aria fresca.
“Il poeta dell’aria” è, per me, una leggenda, una di quelle storie che continuano a raccontarsi secolo dopo secolo e che sono arrivate a noi, attualizzate, ma preservate nella sostanza.
Seduto su un cornicione, in bilico tra terra e etere, il nostro poeta dell’aria ci racconta come ha imparato a scrivere poesie nel vento, di come la bisnonna lo abbia iniziato alle meraviglie di ciò che non si vede e di come l’Anfibio abbia partecipato alla sua formazione. “Il poeta dell’aria” è una galleria di personaggi fantastici che popolano un racconto degno di essere raccontato ai popri bimbi davanti ad un fuoco scoppiettante e capace di farci rimettere in contatto con il nostro lato sognatore che l’accumularsi degli anni ha ricoperto di polvere.
Ho letto “Il poeta dell’aria” in un’unica sessione, senza alcun sforzo, senza sentirne il peso e, anzi, alla fine, mi sono sentito ancora più leggero. Soddisfatto nei sensi per il tipo di lettura che avevo fatto e che raramente riesco ad incontrare.
Chicca Gagliardo, con una scrittura abile e leggiadra, riesce a regalarci un poema sulla leggerezza, sull’importanza del lasciarsi andare all’intangibile, al fuggevole. Un continuo contrasto tra il lato negativo della carnalità del mondo e il lato esile e impalpabile del sogno e dell’immaginazione.
Quando avrete finito di leggere questo libro sentirete una feroce nostalgia per i personaggi che avete incontrato. Zuzù, Ulu la spilungona, il corpulento Oboe, Frr e lo Stormo nella sua interezza.
Questo è quello che io ho sentito in questo libro. Quello che sentirete voi sarà ancora diverso. A me piace pensare che, in fondo, ne “Il poeta dell’aria” Chicca Gagliardo parli anche del processo di creazione letteraria. Quel sapersi abbandonare a correnti nascoste e sommerse, per dare vita a qualcosa che non svanirà mai.
Coordinate:
A me piace la coerenza, non quella rigida coerenza che non ti permette di capire quando è ora di cambiare idea, quella coerenza salutare che ti porta a definire una serie di obiettivi e di perseguirli fino alla fine. Hacca, io credo, che tra gli obiettivi che si è prefissata, ci sia quello di pubblicare libri dal contenuto mai banale e riconoscibili nell’aspetto. Una sorta di simbiosi tra contenuto e contenitore che è sempre la stessa, ma mai uguale a se stessa.
Me lo aveva detto uno di cui mi fido: leggi Chicca Gagliardo che è una brava. Non accetto mai consigli di lettura da chi non mi conosce bene, ma di questa persona mi fido e, visti i risultati, continuerò a fidarmi. Eppena ho visto che stava per uscire “Il poete dell’aria” ho iniziato a svolazzarci attorno fino ad atterci sopra con tutto il mio dolce peso.
Chicca Gagliardo ha pubblicato Nell’aldilà dei pesci, Lo sguardo dell’ombra, Gli occhi degli alberi con le fotografie di Massimiliano Tappari (Ponte alle Grazie). I suoi libri e racconti hanno ispirato mostre (tra cui Immagini dall’aldilà dei pesci al Mart di Rovereto), il corto Nell’aldilà di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, letture teatrali, laboratori, passeggiate letterarie. Dal 2007 conduce Scritture Giovani, lo spazio del Festivaletteratura di Mantova dedicato alla nuova narrativa. Ha ideato e cura www.hounlibrointesta.it, blog che unisce sguardi diversi sul mondo editoriale, a cui collaborano scrittori, editor, librai, agenti letterari, poeti, illustratori, bibliotecari.
Ho perso il conto di quante volte il binomio “Casa editrice indipendente”+”Copertina Ifix” mi ha regalato delle letture speciali. Mi colpisce sempre come Maurizio Ceccato riesca a saltare da uno stile all’altro, confesso che lo stile minimalista che utilizza per i libri delle edizioni Hacca mi trova felicemente in sintonia.