“La verità è che ci sono stati momenti in cui tutto questo non aveva alcuna importanza. Buttarsi o restare: il rischio era lo stesso.”
Proseguendo il mio e nostro (di Senzaudio) viaggio tra le piccole, medie e indipendenti case editrici, proponiamo con queste righe ai nostri lettori un nuovo libro di Casasirio Editore: Grande madre acqua, scritto da Zivko Cingo e tradotto da Carolina Crespi e Jessica Puliero.
L’autore è uno dei più noti della Macedonia, emerso e cresciuto insieme alla letteratura tutta di questo Paese, a partire dal secondo dopoguerra. Da quel momento infatti si è andata creando con coraggio una identità sociale e culturale, che a tutt’oggi rimane fragile e in pericolo, minacciata sia dalla coesione interna non così salda, sia agli “attacchi” esterni, non tanto armati quanto a livello di riconoscimento da parte delle comunità balcaniche confinanti.
La storia che Cingo ci racconta, e che Casasirio ha saputo scovare e valorizzare, si svolge in un posto che potrebbe stare in Macedonia come in un altro Stato, e si svolge in quell’immediato dopoguerra di cui dicevo, ma l’elemento identitario ha un peso specifico importantissimo in questa storia. I protagonisti del libro potrebbero anche non sapere di trovarsi temporalmente oltre l’ostacolo guerra, in quanto la loro vita è chiusa da un ostacolo più immediato ed insormontabile, che rende tutto ciò che sta oltre l’orfanotrofio dove vivono, invisibile, non udibile, intangibile. E’ il muro, il muro realtà fisica e metafora della vita dei bambini che abitano questo posto ostacolata, limitata nei gesti, negli sguardi e nelle parole.
“La paura regnava ovunque, una paura sconosciuta. Anche oggi, davanti all’orfanotrofio, avverto la paura di allora; quella freddezza, quell’immobilità e quel silenzio devono esistere ancora da qualche parte. La paura si era insediata in ogni bambino, in ogni oggetto. Un vuoto, un’indigenza che ci faceva ignorare se la guerra fosse finita o meno.”
Lem e Keiten sono i personaggi principali, due ragazzi che insieme a tutti gli altri sono “custoditi” in una prigione per bambini da veri orchi, uomini e donne, dimentichi evidentemente della loro infanzia, o che forse nemmeno loro hanno mai vissuto un’infanzia accettabile, così come noi la concepiamo oggi.
All’orfanotrofio, posto che solo a nominarlo personalmente mi mette i brividi, le giornate sono tutte uguali, l’ordine e le regole spesso insensate la fanno da padrone, le condizioni igieniche, il vitto, l’abbigliamento e tutto il resto sono a dir poco indegne, disumane, e imposte ricordatevelo bene mentre leggerete, a dei bambini. Bambini.
Per fortuna, che sono bambini!
Non sono matto, ma questa considerazione si è fatta strada in me durante la lettura, e successivamente riflettendo sul senso di tutto ciò che avevo letto. Lem e Keiten vi mostreranno come sopportare, sostenere, e anche superare situazioni di inimmaginabile sofferenza, difficoltà e di desiderio irrealizzabile. Quest’ultimo aspetto anima tutta la storia, l’intero lavoro di Zivko Cingo. E’ la luce a mio parere, che pervade questo grigio mondo che ti sembra di abitare mentre leggi. Un desiderio è come un elastico, floscio, abbandonato nel momento della disperazione, ma che si può tendere all’inverosimile, nella speranza di essere lanciato lontano, anche oltre il muro dell’orfanotrofio, fino alla grande madre acqua, fino al monte Senterlev.
“Keiten non ascoltava, se n’era già andato lontano, in uno dei suoi viaggi, le labbra sottili che tremavano come una farfalla appena nata, era come se si fosse posata sulle sue labbra, gli occhi erano pieni di luce.”
La scrittura è dolce, pacata, sembra di stare accanto a quei bambini che raccontano la loro storia, ma ci vuole molta forza d’animo per ascoltarla. Leggiamola con attenzione, queste storie vanno lette per tanti motivi: per conoscere, per riflettere, per imparare, per allargare il nostro sguardo, per dare aria alle nostre meningi, per i pericoli sempre imminenti dai quali dobbiamo e possiamo difenderci.
Come dicevo all’inizio, per i bambini ricoverati a Baska, potevamo essere o non essere in tempo di guerra, e anche oggi, in tutto il mondo ci sono e non ci sono guerre, così come ci sono posti dove altri bambini vivono situazioni inaccettabili.
Difendiamoli.
“Chi può sapere cosa c’è davvero nel cuore di un uomo?”
Buona lettura, Claudio.
Grande madre acqua
Zivko Cingo
Casasirio Editore
Collana Sciamani
Traduzione di Carolina Crespi e Jessica Puliero
Pag. 173
Euro 15,00
ISBN 9788899032395