Ha fatto discutere, negli ultimi giorni, la decisione di Facebook di aprire il proprio sito anche agli utenti del Deep Web, creando la possibilità di accedere al social network tramite software che rendono gli utenti anonimi come TOR e simili. Vediamo quindi di dare un’occhiata a quella che è la parte più consistente di tutta la rete ( le stime parlano di un 96-98 % del traffico on line) detto Appunto Deep Web o Dark Net. Se andate ad indagare sulla composizione del traffico in rete, troverete un esempio tipico, la foto di un iceberg nell’oceano, di cui la parte emersa ( piccola) è la rete come la conosciamo, dove possiamo vedere tutti i siti indicizzati dai vari browser e la navigazione è aperta a tutti; quello che non emerge dalla superficie è il Deep Web cioè tutto il traffico che, per diverse ragioni, si trova in reti ad accesso privato o su web pubblico ma in forma anonima oppure non è trattato per risultare in siti per la consultazione ma rimane più o meno dato grezzo. Questa parte della rete, viene solitamente descritta come una specie di area grigia in cui circolano siti clandestini e merci illegali, purtroppo la sotto c’è anche questo, ma pensare che il 98% di internet sia creato per l’illegalità è un’idea fuorviante, il web profondo in realtà è molto più complesso.
Per spiegare come funziona il Deep Web, a mio parere, il paragone più adatto è quello della città, lo ammetto sono molto attaccato questa immagine per descrivere la rete ma vedrete che funziona bene.
Se, ad esempio, un giorno vi capitasse di andare in una grande metropoli, in vacanza o per lavoro, sicuramente organizzereste il viaggio per andare nei luoghi che, secondo i vostri interessi e o necessità, sono da visitare. Quindi, arrivati sul posto, con le prenotazioni dell’albergo e magari di altri eventi ( nella speranza che nessuno abbia fatto casini ), raggiungerete i luoghi che vi interessano (che siano popolari o inconsueti) usando mappe, navigatori o altro e vi godrete il soggiorno. Il surface web, che usiamo ogni giorno, funziona proprio così; grazie ai motori di ricerca troviamo quello che ci serve e giriamo per la rete scambiando informazioni, facendo acquisti o contattando amici o clienti e ( nella speranza che nessuno abbia fatto casini ) ci godiamo la rete. In questa parte del web, le comuni transazioni avvengono in valuta corrente attraverso consueti canali di pagamento on line ( che passano nelle reti del Deep web come dati bancari e commerciali). Tutte le città però, oltre alle zone turistiche e di pregio, sono composte anche dalle aree più popolari, zone industriali, aree di uffici e quartieri degradati in cui solitamente i turisti non vanno ma sono frequentate dalla gente del posto. Questo è il Deep web, frequentato da chi lavora nella rete, in questo mondo la maggior parte di noi è proprio come un turista che si è perso in una periferia della città dove non ci sono tanti cartelli e bisogna chiedere a quelli del posto per la direzione da prendere. Ma come o detto, le periferie delle città sono composte da diversi quartieri non tutti necessariamente malfamati e spaventosi e lo stesso vale per il Web profondo.
Subito sotto la superficie della rete infatti esiste il mondo tristemente popolare dei siti anonimi e degli scambi illeciti; in questa zona i motori di ricerca ( creati appositamente per questo tipo di siti )funzionano poco e, anche solo per accedervi, è necessario un software per nascondere l’IP e quindi rendere anonimo l’utente, il più noto è TOR che nelle ultime versioni è stato modificato per renderlo più usufruibile con Mozzilla firefox e quindi usarlo come un normale browser e addirittura come app sul telefonino. In questo mondo virtuale la navigazione on line si fa difficile e rischiosa, le parole cercate nei browser non corrispondono a quello che si cerca ma, al contrario, bisogna conoscere il gergo del posto. I siti presenti su questi canali sono solitamente peer to peer, senza un server comune che li ospiti, in modo da renderne difficile la localizzazione; qualcosa ne sa l’FBI che qualche anno fa è riuscita a far chiudere Silk Road, una specie di Ebay di merci e servizi illegali. Solitamente chi viaggia in queste zone sa dove andare e cosa cercare e deve avere per forza un bagaglio tecnico informatico tale da permettergli una navigazione sicura in queste acque, Edward Snowden, gli attivisti di Anonymous e di Wiki Leaks qui sono di casa, il principiante invece può trovare molti siti fasulli, tanti imbroglioni e valanghe predatori di identità; in queste zone bisogna stare molto attenti ai propri dati sensibili. La valuta usata per gli scambi commerciali è il bit coin, che permette pagamenti non rintracciabili e può essere convertita in moneta sonante.
Sotto questo livello della rete, o accanto se volete, vi sono le “aree commerciali”, tutti i dati che provengono da reti private o semi private viaggiano attraverso questi canali, le informazioni sono ovviamente criptate per motivi di sicurezza; in questa parte del web si trovano dei network come quelli dell’esercito, dei centri di ricerca e delle banche che, pur usando fisicamente le stesse connessioni delle altre reti, sono di fatto isolati in quanto usano protocolli di trasmissione dedicati. In questi ambienti solitamente non si naviga con browser di alcun tipo, si lavora con programmi a linea di comando o con interfacce ridotte all’osso, molto avanzati e solo alla portata di professionisti della rete che lavorano per le grandi società o enti. E’ questa in realtà la porzione più grande del Deep web che fondamentalmente possiamo vedere tutte le volte che vediamo compilare un modulo on line da un agente assicurativo o bancario, dati grezzi che viaggiano nella rete.