Generalmente i libri di questo genere si assomigliano tutti. Intendo dire quei libri che parlano di polizia, in cui il protagonista è un poliziotto, un poliziotto che ha a che fare con il duro lavoro della strada, nei quartieri poveri e malfamati di una grande città.
Questo però non è uno di quei libri, o meglio, prende il buono da quel tipo di letteratura, ma racconta una storia in cui il personaggio principale ha un’anima potente che non viene messa mai in secondo piano dal suo essere poliziotto.
Può essere che la sensibilità donata a Hanson dal suo autore, Ken Anderson, sia la chiave che rende “Sole Verde” un libro particolarmente ben riuscito. La vita stessa dell’autore, come leggerete nelle note biografiche alla fine di questo articolo, è costellata di continue svolte (e anche un paio di capriole a onor del vero). Reduce del Vietnam, poliziotto, insegnante di inglese…questo non è il classico profilo biografico che si incontra ogni giorno. Hanson è quindi un alter ego dello scrittore, porta sulla pagine tutte queste esperienze, esperienze che lo fanno diventare un personaggio a trecentosessanta gradi, non una minuscola macchietta da cui staccarsi al più presto. E’ il passato che lo tormente e lo fa essere un poliziotto migliore, dopo essere stato nel Vietnam, le strade non lo spaventano. Sono i ricordi, i terribili ricordi di guerra, che, come allucinazioni bombardano il suo cervello lo mettono in difficoltà. Hanson infatti è condannato ad una doppia vita, una quotidiana sulla strada e un’altra, intima e interiore, nella sua mente.
La lingue e lo stile utilizzati da Kent Anderson sono uno degli elementi che fanno spiccare “Sole verde” nel mare magnum dei libri di genere. La lingua è ben misurata, asservita alla necessità di dare una visione complessa e intima di Hanson, ma anche di descrivere con dettagli minimi, ma che colpiscono (mi viene in mente Weegee che ha, attaccate ai raggi della bicicletta con delle mollette, due carte da gioco per imitare il rumore di un piccolo motore) il substrato sociale in cui Hanson si muove e opera.
C’è, ben presente, una forte dose di ironia che si caratterizza come uno degli elementi portanti del personaggio principale. Il suo modo di trattare con i delinquenti, di mettersi in una posizione di svantaggio e di trattarli con rispetto mai con arroganza; di mostrare che lui è perfettamente consapevole di cosa sta succedente anche se finge di ignorarlo e fa la figura dello scemo e che lo fa, in realtà, per dare una seconda possibilità a tutti.
Edito da Nutrimenti e con la traduzione di Anna Mioni vi consiglio vivamente di farvi accompagnare da Hanson sulle strade di East Oakland.
Buona lettura.
Kent Anderson, nato nel 1945 in North Carolina, veterano del Vietnam, è stato a lungo in polizia, prima a Portland e poi a Oakland, ha insegnato inglese alla University of Texas di El Paso e alla Boise State University, e ha lavorato come sceneggiatore per la New Line Cinema. Vive a Santa Fe, New Mexico. In Sole verderitorna la figura del poliziotto-veterano Hanson, già protagonista dei suoi due precedenti romanzi, Sympathy for the Devil (1987) e Night Dogs (1996).