In questi giorni il mondo si è diviso, tra le altre cose, tra quelli che continuano a leggere imperterriti e quelli che stanno sperimentando un blocco. Le motivazioni sono molteplici e, spesso personali, non entro nel merito. Per quel che mi riguarda se una persona continua a leggere quanto prima ciò non cambia il fatto che io sto leggendo molto poco rispetto ai primi due mesi dell’anno. È una cosa importante? Probabilmente no. È una cosa personale? Decisamente sì, si tratta di sopravvivenza. Gli ultimi giorni hanno intravisto un cambio di rotta. Dopo aver concluso “Puttane assassine” di Bolano, ho preso in mano “Nessuno è come qualcun altro” di Amy Hempel. In tutta onestà, mi sono fatto attirare dal fatto che si trattasse di un libro agile e, che al suo interno, ci fossero racconti brevi anche una pagina. Sono strategie per rientrare poco a poco nel mondo della letteratura, me ne rendo conto, ma credo che in questa fase ognuno di noi debba attivare strategie che, come ha detto una cara amica “ti facciano rimanere sotto la soglia della pazzia conclamata”.
Questa recensione è figlia di questi tempi burrascosi. La fortuna, perché in lettura serve anche la fortuna, è che l’agilità mostrata da “Nessuno è come qualcun altro” è solo una facciata. I racconti, anche quelli più brevi, sono complessi e coinvolgenti al punto da dare il là a quei racconti più lunghi che sviluppano un mondo dal cielo coperto di nubi minacciose. Passo dopo passo sembra di involarsi verso un tripudio finale dato dal racconto intitolato “Cloudland” che varrebbe da solo una pubblicazione a parte. Sessanta pagine che riescono ad abbattere qualsiasi nostra difesa e ci sprofondando all’interno di una tragedia spaventosa, un orrore indicibile, un fardello difficile da sopportare per qualsiasi essere umano. Credo di poter dire, senza tema di smentite, che tutta la raccolta cresce per accogliere l’ultimo racconto, un percorso preparatorio verso qualcosa di estremamente belle e estremamente doloroso.
Ma come dicevo, la Hempel sa battere ottimi fuoricampo anche nel brevissimo. La crudezza de “L’agnello orfano“, l’inquietudine del “Tornado di bambole“, la terribile tristezza di “Chicane“, senza dimenticare “Un rifugio con tutti i servizi” il racconto incentrato su un rifugio per cani e di come sia importante la spasmodica ricerca della salvezza, dei cuccioli quanto degli umani che se ne occupano.
Amy Hempel viene considerata una delle penne più brillanti della letteratura breve e, avendo letto anche il precedente libro uscito con SEM “Ragioni per vivere” credo che i giudizi positivi siano più che meritati. La scrittura della Hempel ha la rara capacità di mostrarsi genuina e senza fronzoli, di restarti appiccicata addosso senza bisogno di creare strutture sintattiche arzigogolate. La semplicità è il suo pregio più evidente. Una semplicità che riesce a far breccia e a veicolare le storie in maniera chiara. I racconti di questa raccolta parlano di solitudine, di rimpianti e rimorsi, di tutte quelle cose del passato che avremmo voluto saper gestire meglio ma che ci sono piovute addosso quando non avevamo la forza per farlo e che ora ci rodono l’anima, ci distruggono da dentro.
Se vi piacciono i racconti vi consiglio di confrontarvi con Amy Hempel, non importa se inizierete da “Nessuno è come qualcun altro” o da “Ragioni per vivere”, credo che la lettura di uno dei due vi porterà inesorabilmente a leggere l’altro. Un po’ come è successo a me.
Leggere bene non cambia gli equilibri di ciò che sta succedendo lì fuori, ma aiuta a mantenere gli equilibri di ciò che sta succedendo dentro, magari non è sufficiente, ma aiuta. E ogni aiuto è ben accetto, soprattutto se viene da Amy Hempel.
Questo libro è ciò che è anche grazie alla bellissima traduzione di Silvia Pareschi.
Amy Hempel, originaria di Chicago, ha studiato con Gordon Lish a New York, dove vive attualmente. Insegna scrittura creativa presso l’Università di Princeton e a Harvard. Ha pubblicato quattro raccolte di racconti: Ragioni per vivere (1985), Alle porte del regno animale (1990), Rientrata (1997) e Il cane del matrimonio (2005), tutte contenute in questo volume e accolte con entusiasmo dai critici.