Dio se la caverà, e pure il lettore

by Angelo Orlando Meloni

 

Insalata ricca. Questo ho pensato man mano che sfogliavo Dio se la caverà, esordio di Alan Poloni pubblicato da Neo Edizioni, e fuori, fuori c’era la bufera, la neve fioccava, il vento ululava e all’orizzonte nessuno ma proprio nessun ragionevole motivo per interrompere la lettura. Dunque, sì, mi sentivo come se fossi alle prese con un’insalata bella cicciosa in cui ci spari il farro, la feta, i pomodorini, la rucola, il sedano, le olive, che so… le carote, la maionese, i sottaceti, i piselli, il tonno, il… il topinambur, quello che vuoi. Dove voleva portarmi l’autore con questi personaggi le cui avventure cominciavano vagamente a incrociarsi? E chi è il boss di questa storia in cui, a turno, tutti la fan da padrone? I due ragazzini strambi, Nic e Dave? Lo Zio, avvocato metallaro, o il suo compare, il dandy Klaus che vuole rilanciare la cinematografia pornografica dell’età dell’oro per diffondere una visione valoriale dell’amore? E il circolo spinoziano che si batte per la libertà di pensiero contro l’associazione Virtuoso Giardino del Confessore? O vogliamo dimenticarci di Timpano, lo scrittore di in-successo, ormai dimenticato da critica e lettori e in cerca di rivincita? Per non parlare dei collegi d’ispirazione pseudo-illuminista ideati da tal Augusto Loglio, atti a raddrizzare i ragazzi problematici, dove andranno ovviamente a finire Nic e Dave.

Siamo forse di fronte – ancora una volta – a un guazzabuglio? Non posso allontanare da me il sospetto, bieco, che l’autore abbia messo insieme un pugno di idee e/o racconti e li abbia sistemati a mo’ di romanzo. La trama, d’altronde, la trama, santo cielo, quasi si sfilaccia. E qualche episodio scompare e si dissolve troppo in fretta. Insomma, dove volesse andare a parare Alan Poloni con questo suo romanzo d’esordio non mi è ancora chiaro, però fuori, non per ripetermi, c’era la bufera e nessun valido motivo per chiudere un libro così divertente. Già, perché Dio se la caverà è un libro molto divertente, anche se farebbe ammattire i devoti del Virtuoso Giardino dell’Intreccio Perfetto. Ecco, ci sono, alfine ci sono: se fossi un libraio e il mio cliente avesse la tessera del Virtuoso Giardino dell’Intreccio Perfetto non gli consiglierei Dio se la caverà. Ma non sono un libraio. Nossignore. E mi sento di consigliarlo perché sono stato davvero bene, al calduccio sulla poltrona, alle prese con Dio se la caverà mentre la tempesta impazzava (aridanghete). Qualora poi, in sovrappiù, la lettura di questo romanzo dovesse regalarvi qualche riflessione sulla vanità degli scrittori, sulla futilità delle azioni umane, sulla scuola, per carità, sarebbe tanto di guadagnato. Niente da dire. A me ha regalato, grazie al personaggio de Lo Zio, l’avvocato metallaro, un ricordo di Ronnie James Dio. E tutto ciò, insieme alle altre funamboliche trovate di Alan Poloni, non mi è dispiaciuto nemmeno un po’.

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