Nessuno dotato di un minimo di sensibilità ha potuto rimanere insensibile davanti all’immagine di Abidal in lacrime che annuncia il suo addio al Barcellona. “Volevo andare avanti per altre due stagioni ma mi hanno detto no. E’ una decisione che fa male, mi ha deluso” ha detto il francese che non è un giocatore qualunque e che porta sulla pelle i segni di una storia terribile e straordinaria al tempo stesso. ‘Perché’ si chiedono oggi giornali e tifosi di tutta la Spagna? Già, perché non corrispondere il desiderio di Abidal che per tornare sui campi di calcio ha lottato duramente dopo essere stato colpito dalla malattia una prima volta e costretto a un anno di distanza a ricorrere al trapianto del fegato?
Nessuno dotato di un minimo di sensibilità a questa domanda può dare la risposta più logica e, forse, corretta. Abidal non sarà più un giocatore del Barcellona perché, a 33 anni compiuti e con alle spalle due stagioni e mezza di quasi inattività con zero certezze sulla possibilità davvero di essere utile ai massimi livelli, sarebbe stato illogico legare a lui il futuro.
Rosell e i suoi dirigenti, che pure si sono prestati a fare da spalla in una conferenza stampa in cui sono stati massacrati per la decisione presa, non hanno fatto altro che comportarsi come qualsiasi azienda avrebbe fatto. Abidal ha guadagnato 6 milioni di euro netti anche nelle ultime due stagioni, il Barcellona lo ha atteso e – quando è stato in grado di rimettersi in piedi – gli ha concesso anche la meravigliosa passerella a Wembley per alzare la Champions League da capitano (quasi) non giocatore.
Avrebbe avuto senso proseguire così? No. La scelta del club è corretta e apre anche a una riflessione di strettissima attualità sempre in casa-Barcellona. Cosa fare di Tito Vilanova? Sia chiaro che umanamente tutti siamo dalla parte di un uomo che combatte per la vita. Però l’esperienza dell’ultima stagione ha dimostrato quanto sia difficile essere l’allenatore di uno dei club più importanti al mondo facendo la spola tra la Spagna e New York. Si può allenare via Whattsup? No, non si può.
In Spagna hanno fatto scalpore le parole di Cruijff che ha pregato il Barcellona di provvedere a rimuovere Vilanova e ingaggiare un altro tecnico. Non accadrà. Però la questione posta è tutt’altro che secondaria. Lo sport – specie se quello professionistico e ai massimi livelli – non è per tutti. Prestazioni fisiche e capacità di sopportare lo stress ne sono i presupposti fondamentali. Non si tratta di abbandonare cinicamente le persone al loro destino, ma di aiutarle a fare un passo indietro o quanto meno di lato. Arriva il momento in cui è meglio fermarsi. Il Barcellona lo ha capito, Abidal no. Malgrado tutto tornerà come dirigente, imparerà a vedere le cose da un altro punto di vista e capirà.